lunedì 22 maggio 2023 - Attilio Runello

Alluvione in Emilia Romagna: un po’ di storia

In Emilia Romagna piove ancora. Sembra che il numero degli sfollati sia arrivato a trentacinquemila.

La Premier ha deciso di anticipare il rientro. Le recenti inondazioni in Emilia Romagna hanno sollevato diversi interrogativi. Da un lato si è verificato un nubifragio su una area molto vasta che ha preso di sorpresa un po' tutti Dall'altro gli ambientalisti denunciano una eccessiva cementificazione del territorio.

I tecnici fanno notare che il sistema di rete idrica è stato progettato per reggere a mille ml di pioggia che si distribuiva nel corso di un anno, un po' alla volta. Sembra che le dighe esistenti che risalgono agli anni sessanta del secolo scorso abbiamo i fondali pieni di fango e andrebbero pulite. La loro capienza non è più quella originaria. Le vasche di espansione più ampie - quelle con capienza di milioni di metri cubi di acqua - hanno retto. Quelle più piccole no.

Gli argini dei fiumi in molti casi non hanno retto. Storicamente si tratta di una area che sino al sedicesimo secolo era paludosa. Nel sedicesimo si iniziarono a fare lavori di bonifica che sono continuati sino al diciannovesimo secolo. Sino all'ottocento le inondazioni erano la regola e ogni volta si ritornava a rinforzare gli argini. In misura limitata delle inondazioni ci sono state anche negli anni recenti.

Era un solo fiume per volta che esondava. Nell'arco degli ultimi secoli i corsi di molti fiumi sono stati modificati. Forse la natura ha reclamato le sue terre. O molto più probabilmente occorrono grandi opere nuove e la manutenzione di quelle esistenti per immagazzinare grandi quantità di acqua quando il cielo la manda per poterla utilizzare nei periodi di siccità. Nella foto si vede l'estensione delle paludi di Comacchio sino a parecchi decenni fa e adesso. Non possiamo certo ritornare alle paludi del Medioevo.




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