giovedì 23 maggio - Attilio Runello

Alluvione a Milano: le vasche di laminazione funzionano

Passata l'ennesima alluvione a Milano si tirano i conti cioè si fanno dei bilanci. " Milano ha vissuto una giornata molto difficile: 120-130 millimetri localizzati di pioggia, in un solo giorno, non era mai capitato da 170 anni, e il record è stato di 98 nel 1990. 

E non solo a Milano ma anche nei bacini dei fiumi che passano per Milano. Per Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Protezione Civile del Comune di Milano, " Milano ha imparato due cose. La prima: per la prima volta i quartieri di Milano attorno al Seveso non hanno avuto allagamenti e danni, la vasca del Seveso, quella di Milano, ha trattenuto 250.000 metri cubi di acqua evitando che invadesse le strade e le cantine di Niguarda, Pratocentenaro, Istria, Testi, Zara, Maggiolina, Isola.

Sarebbe stata un'esondazione di 10 ore, come quella del 2014, con tutta quell'acqua in città. La vasca e la grande gestione fatta dai tecnici di MM ha protetto la città. La seconda: anche il Lambro è diventato un fiume che si gonfia ed esonda, e la sua piena ha fatto rigurgitare i tombini di un intero quartiere, Pontelambro, allagandolo. Quando questi fiumi attraversano zone così urbanizzate - evidenzia l'assessore milanese - dobbiamo fare in modo di diminuire l'acqua che immettiamo tutta insieme in poco tempo in essi e dobbiamo fare altre vasche che trattengano l'acqua". In altre parole se vogliamo diamo pure la responsabilità ai cambiamenti climatici. Cambiamenti che dipendono dalla gestione dell'inquinamento dell'intero pianeta. Ma noi possiamo realizzare opere idriche che prendono il nome di vasche di laminazione, grandi vasche nelle quali si fa confluire l'acqua in eccesso. Che poi potrà essere usata in tempi di siccità.

Pochi dicono che in Italia le piogge sono più che sufficienti per le nostre esigenze. Basta raccoglierle quando piove. Lo facciamo già con le oltre cinquecento dighe sul nostro territorio. Lo si può fare di più con le vasche. Non bisogna dimenticare che negli anni sessanta a Firenze con l'esondazione dell'Arno l'acqua arrivò a tredici metri di altezza sulle case. Non è più su cesso per le opere che si sono realizzate. In pratica erano arrivate al terzo piano. Il nostro paese è stato anche oggetto di grandi bonifiche che hanno posto fine alle grandi paludi che portavano la malaria e hanno dato ettari da coltivare ai nostri contadini.




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