martedì 19 novembre 2013 - francesco latteri

Alfano sulla via dei Repubblicani USA

"Mentre su New York (qui Milano) calavano le prime ombre della notte..." don Silvio si avviava tra gl'altri con la "pasionaria" Daniela Santanché (quella che negl'anni Novanta era andata da Antonio Di Pietro per chiedergli la formazione di un partito antiberlusconiano) a rifondare Salò. Ma questa volta è solo.

È infatti definitivamente caduta per lui la maschera con cui il progetto politico degli anni Novanta aveva potuto proporsi: quella di un vero rinnovamento politico italiano, progetto in cui tanta parte della società, della cultura e dell'economia avevano con fiducia potuto aderire. Adesso c'è, palese, solo la sua pseudomonarchia fatta di "cerchi magici" finalizzati al solo lucro personale e connotati da un radicalismo estremista non più dissimulabile. Ma già Tolkien, con "Il Signore degli anelli", insegnava che invero l'anello - o cerchio magico che sia - rende succube anche chi crede di detenerlo.

Così Don Silvio ha dovuto cedere al diktat degl'estremisti: "O con noi o con il moderatismo repubblicano di stampo USA". Un chiarimento che sarebbe stato utile già dieci anni fa, ma che almeno adesso c'è. Da un lato il radicalismo estremistico con tentato populismo sul modello di Salò che quand'anche potesse avere un qualche successo - ma i più rosei sondaggi danno comunque don Silvio in nettissimo calo al più al 17% - sarebbe comunque foriero di un disastro civile economico e socio culturale. A fronte questo, come già ai tempi di Salò, le forze costruttive italiane si sono - positivamente - schierate al seguito degli USA. Del resto "Nuovo centrodestra" è un nome provvisorio e quel che conta, allora come oggi, sono i contenuti ed a questo riguardo, a prescindere dal nome, un partito che facesse propri quelli dei repubblicani d'oltreoceano sarebbe un fatto grandemente positivo e di autentica prospettiva per il purtroppo lugubre paesaggio politico italiano. Comunque sia il nuovo soggetto politico - e con esso Angelino Alfano - parte con un indubbio vantaggio: quello di essersi liberato della zavorra del marciume berlusconiano.




Lasciare un commento