venerdì 6 agosto 2010 -
Vediamo i numeri. La Telecom aveva dichiarato 6.800 licenziamenti, e se si fanno i conti, fra mobilità, corsi di formazione ecc ecc i lavoratori interessati son ben maggiori. Infatti. L’accordo prevede 3.900 uscite in mobilità ordinaria volontaria nel biennio 2010-2012, di cui 3.700 nuove e 200 relative all’accordo siglato del 2008. Per questi lavoratori l’azienda provvederà a un’integrazione per l’indennità fino a circa il 90%. Altri 1.550 dipendenti, di cui 1.100 senza requisiti previdenziali e 450 legati alla società controllata Shared Service Center (SSC), riceveranno contratti di solidarietà e formazione per la riconversione professionale e il ricollocamento all’interno dell’azienda. Inoltre, per i restanti 470 lavoratori del servizio di informazioni telefoniche “1254” è previsto il prolungamento di due anni del contratto di solidarietà firmato lo scorso anno, oltre a un piano per la formazione. Un accordo è stato trovato anche per i 3.400 già in mobilità che non hanno accesso alla pensione, a causa dell’introduzione in manovra economica della finestra mobile: per questi lavoratori sarà prevista la copertura del 90% della retribuzione per i periodi eventualmente scoperti.
«Come al solito è una vittoria dell’azienda: prima denuncia licenziamenti improbabili poi trova il classico accordo a costo zero per la mobilità. E senza presentare un vero piano industriale», dicono quelli del Cobas. E senza parlare dei corsi di formazione. Corsi buoni per perdere tempo e al termine si avranno comunque dei lavoratori già dichiarati un peso per l’azienda. La formazione si risolve unicamente nel “learning on the job”, cioè nel semplice affiancamento di un altro lavoratore che si trasforma a tutti gli effetti in un tutor. Altre volte è accaduto, una tattica che è stata utilizzata da dieci anni a questa parte in Telecom ed oggi la si saluta come una novità, un fatto epocale. Certo sarebbe un fatto positivo in presenza di crisi strutturale e in presenza di un piano industriale di rilancio ed investimenti su tecnologie d’avanguardia, ma qui siamo in assenza di piani e in una azienda che fa profitti. Nell’ultimo anno ha registrato utili per 1,58 miliardi di euro e distribuito 1 miliardo di utili.
Infatti alla mobilità si aggiungono i contratti di solidarietà per 1.100 di "eccedenze" indicate dall’azienda per le quali è pronto un accordo di due anni e alle quali si aggiungono 450 unità tra gli informatici della Ssc, società a cui Telecom Italia Spa ha ceduto pochi mesi fa la parte operativa del ramo dell’Information Technology. Settori di avanguardia , per una azienda che opera nel campo delle tlc basata essenzialmente, ormai, sull’informatica.
Fu vera "gloria"? Non è necessario aspettare i giudizi dei posteri.
Accordo Telecom. Fu vera gloria?

Si è giunti all’accordo su Telecom. Tutti felici, Sacconi sbavava in tv. I sindacati, per una volta uniti a brindare per il patto raggiunto. Ed anche i vertici Telecom, che erano partiti con la minaccia, esigenza, inevitabilità del licenziamento; stranamente, son contenti pure loro. La Slc-Cgil parla di «innovativo modello di gestione degli esuberi», la Uilcom di «uno strumento moderno, nuovo ammortizzatore sociale», la Fistel-Cisl di «vittoria per le relazioni industriali». Positiva Telecom per un «accordo pieno di valori positivi». Il ministro del Lavoro Sacconi accoglie la «buona notizia», ma ribadisce l’urgenza di un confronto sugli investimenti nel settore e la rete di nuova generazione.
E allora dov’è la fregatura? Chi ha ceduto e chi ha guadagnato? Compromesso o mediazione a costo zero?
E allora dov’è la fregatura? Chi ha ceduto e chi ha guadagnato? Compromesso o mediazione a costo zero?
Vediamo i numeri. La Telecom aveva dichiarato 6.800 licenziamenti, e se si fanno i conti, fra mobilità, corsi di formazione ecc ecc i lavoratori interessati son ben maggiori. Infatti. L’accordo prevede 3.900 uscite in mobilità ordinaria volontaria nel biennio 2010-2012, di cui 3.700 nuove e 200 relative all’accordo siglato del 2008. Per questi lavoratori l’azienda provvederà a un’integrazione per l’indennità fino a circa il 90%. Altri 1.550 dipendenti, di cui 1.100 senza requisiti previdenziali e 450 legati alla società controllata Shared Service Center (SSC), riceveranno contratti di solidarietà e formazione per la riconversione professionale e il ricollocamento all’interno dell’azienda. Inoltre, per i restanti 470 lavoratori del servizio di informazioni telefoniche “1254” è previsto il prolungamento di due anni del contratto di solidarietà firmato lo scorso anno, oltre a un piano per la formazione. Un accordo è stato trovato anche per i 3.400 già in mobilità che non hanno accesso alla pensione, a causa dell’introduzione in manovra economica della finestra mobile: per questi lavoratori sarà prevista la copertura del 90% della retribuzione per i periodi eventualmente scoperti.

«Come al solito è una vittoria dell’azienda: prima denuncia licenziamenti improbabili poi trova il classico accordo a costo zero per la mobilità. E senza presentare un vero piano industriale», dicono quelli del Cobas. E senza parlare dei corsi di formazione. Corsi buoni per perdere tempo e al termine si avranno comunque dei lavoratori già dichiarati un peso per l’azienda. La formazione si risolve unicamente nel “learning on the job”, cioè nel semplice affiancamento di un altro lavoratore che si trasforma a tutti gli effetti in un tutor. Altre volte è accaduto, una tattica che è stata utilizzata da dieci anni a questa parte in Telecom ed oggi la si saluta come una novità, un fatto epocale. Certo sarebbe un fatto positivo in presenza di crisi strutturale e in presenza di un piano industriale di rilancio ed investimenti su tecnologie d’avanguardia, ma qui siamo in assenza di piani e in una azienda che fa profitti. Nell’ultimo anno ha registrato utili per 1,58 miliardi di euro e distribuito 1 miliardo di utili.
Infatti alla mobilità si aggiungono i contratti di solidarietà per 1.100 di "eccedenze" indicate dall’azienda per le quali è pronto un accordo di due anni e alle quali si aggiungono 450 unità tra gli informatici della Ssc, società a cui Telecom Italia Spa ha ceduto pochi mesi fa la parte operativa del ramo dell’Information Technology. Settori di avanguardia , per una azienda che opera nel campo delle tlc basata essenzialmente, ormai, sull’informatica.
Fu vera "gloria"? Non è necessario aspettare i giudizi dei posteri.