martedì 13 novembre 2018 - Camillo Pignata

Accanimento mediatico contro la Raggi e le nuove patologie dell’informazione

L'accanimento mediatico contro la Raggi c'è stato, l'ho scritto su questo giornale nel 2016, e lo confermo.

Ma per un movimento che sta al governo,che si dice antisistema, che vuole intervenire sui poteri informativi,la risposta politica, non può essere colpire nel mucchio, in una logica di personificazione dell'agire politico che è logica di sistema.

Per Di Maio e Di Battista, i giornalisti sono sciacalli, pennivendoli corrotti, puttane, minacciano una legge per purificare l’editoria e tutto ciò é la testimonianza e l'accusa di una profonda ignoranza dei processi democratici e comunicativi. Attaccano i giornalisti e non il sistema di potere che li comanda.

E sapete perché, perché è un sistema di cui sono stati e sono complici e vittime. Complici per la sinergia tra fabbricare consensi e fabbricare share. Vittime perché questo sistema, ha ridotto la politica, e quindi anche i partiti, le forze politiche e quindi anche il MOV5S a propaganda, e i cittadini a clienti di questa propaganda.

Il punto allora non è il giornalista che sbaglia, che favorisce i partiti amici degli editori e danneggia gli altri. Il punto è che i media non fanno informazione, ma vendono copie e fanno share, e per questo non informano ma fanno spettacolo.

Il punto è che i media, social e tv stanno annullando la nostra capacità critica, la nostra capacità argomentativa, e quindi di partecipazione consapevole alla vita politica. E tutto ciò non è colpa dei giornalisti, che sono meri esecutori di un progetto già scritto da loro padroni. Tutto ciò, è colpa di un sistema di potere quello del capitale che inquina il filtro tra cittadini ed istituzioni, per eliminare la partecipazione consapevole del cittadino alla politica.

Oggi i titoli di un quotidiano o di un TG non vengono scelti in ragione della importanza della notizia, ma della capacità della stessa di fare audience di vendere copie. Sulle piazze virtuali e in tv, si parla, si scrive un linguaggio semplificato, frasi sintetiche, affermazioni categoriche, monologhi, fake news,i nsulti.

Il filo rosso che tutte le lega è l’assenza di argomentazioni del principio,che le affermazioni vanno sempre legate a qualcosa che le giustifica, e prima ancora alla verità e alla buona educazione. Ne risulta menomato e ridotto il diritto del cittadino ad essere informati,la difesa del suo voto, delle sue scelte politiche, della sovranità popolare. Ne risultano menomati i nostri anticorpi di conoscenza analisi e valutazione di ciò che ci viene comunicato. Ne risulta una informazione deformata, che non accresce il nostro bagaglio di informazioni, ma il portafoglio degli editori.

 



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