venerdì 3 marzo 2017 - UAAR - A ragion veduta

Aborto: le false notizie e le vere sofferenze delle donne

La decisione della Regione Lazio di assumere due medici per assicurare il servizio di interruzione di gravidanza, oltre ad aver già scaturito una potenziale ripetizione nella Regione Sicilia, ha suscitato le solite e scontate polemiche da parte del fronte anti-choice

Di particolare interesse è stata la presa di posizione di Assuntina Morresi, opinionista di Avvenire e consigliera della ministra della salute Beatrice Lorenzin. Intervistata dal periodico integralista Tempi, ha chiesto di “non dire sciocchezze sugli obiettori di coscienza: non è vero che sono troppi”. Il sito ha sintetizzato la sua affermazione in un titolo ancora più diretto: “Dati alla mano, la mancanza di medici che fanno aborti è una fake news“. A ben vedere, i dati sui tempi di attesa e sulle distanze da percorrere alla ricerca di medici non obiettori, nell’intervista, in realtà non ci sono. Anzi: mette nero su bianco che una donna su otto deve recarsi in una provincia diversa dalla sua.

Nei giorni scorsi, la Cgil ha denunciato il caso di Giulia. Una donna di Padova ha dovuto girare come una bambola attraverso ventitré ospedali di tre regioni diverse per vedersi garantito il suo sacrosanto diritto all’ivg. E c’è riuscita soltanto grazie all’intervento di un sindacato, e nel primo ospedale che aveva contattato. Leggere un intervento in merito da parte di Morresi sarebbe sicuramente interessante: sulla vicenda in generale, e ancor di più su come — a suo esperto parere — si possa essere sentita Giulia.

Nelle scorse settimane l’assemblea nazionale francese ha esteso il “reato di ostacolo” anche all’interruzione volontaria di gravidanza. Sono previste condanne per i siti internet che ingannano le donne che cercano di informarsi sull’aborto. I vescovi francesi si sono detti preoccupati. Ne hanno ben donde, visto come il mondo cattolico affronta la tematica. Da noi sonni più tranquilli: i disinformatori/minimizzatori agiscono direttamente al governo.

Raffaele Carcano




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