Abolizione delle tariffe editoriali ridotte: uno scandalo italiano

Lo Stato italiano taglia i fondi alla cultura
Le case editrici medio-piccole, che non fanno parte di alcun gruppo editoriale, che resistono alla crisi culturale, che scommettono sulle piccole e medie librerie offrendo ai lettori quella varietà e libertà culturali altrimenti difficilmente presenti sul mercato, sono state le vittime di questo grave decreto.
Mentre negli altri paesi esistono leggi a sostegno delle attività dei piccoli e medi editori, in Italia si lavora per la loro estinzione.
Con l’abolizione delle tariffe editoriali un pacco inviato in contrassegno è passato a costare da 2,84 euro a quasi 9,50 euro.
Una tale spesa per l’invio di un libro di 15 euro risulta insostenibile.
Tale aggravio è pesato in modo insostenibile sui piccoli e medi editori che per scelta editoriale avevano da sempre stabilito che le spese di spedizione fossero a proprio carico al fine di avvantaggiare il lettore nell’acquisto
Tale manovra non danneggia soltanto gli editori ma anche i lettori, privati della libertà di scegliere.
Gli editori colpiti sono tantissimi e insieme a lettori, giornalisti e alcuni organi di stampa hanno fatto sentire la loro voce inviando email e lettere di protesta ai Ministri, al Parlamento europeo e al Tar, ma finora non hanno ottenuto alcuna risposta.
Il governo non ha fatto sentire la propria voce e la legge è tutt’oggi attiva.
Attualmente il gruppo di protesta creato dagli editori su Facebook e denominato "Ridateci le tariffe postali agevolate per i libri" ha raggiunto i 6.500 membri, ma non è cambiato nulla e sono ancora tantissimi i lettori che non sono a conoscenza di quanto è accaduto e che si chiedono come mai, improvvisamente, non sia più possibile ricevere un libro in contrassegno.
Il vergognoso decreto e i danni ad esso conseguenti sono stati fatti passare nel silenzio generale.
E’ giusto invece che i lettori sappiano e conoscano la situazione in cui oggi versa la cultura italiana e il sostegno che ad essa arriva dallo Stato.
Solo attraverso la diffusione dell’informazione si può sperare in un cambiamento.