ARVO PART, Tractus (ECM New Series 2800)
Anche se il compositore estone, classe 1935, ha smesso di comporre, ha dato il consenso al fidato direttore della Tallin Chamber Orchestra e dell’Estonian Philarmonic Chamber Choir, Tonu Kaljuste (Tallinn, 28 agosto 1953) – una collaborazione, la loro ultratrentennale - di selezionare, riarrangiandoli, una serie di brani composti tra il 1999 e il 2015.
Come si apprende dalle note di presentazione stilate da Kai Kutman, il titolo dell’album allude alla serie di scritti teologici Tracts for the Times, pubblicati tra il 1833 e il 1841, del cardinale, inizialmente, della chiesa anglicana, John Henry Newman (Londra, 1801 – Edgbaston, 1890), che si convertì al cattolicesimo nel 1845, fu ordinato sacerdote a Roma nel 1847, venne beatificato da Benedetto XVI° il 19 settembre 2010 e canonizzato da papa Francesco il 13 ottobre 2019.
Il primo brano, Littlemore Tractus, originalmente concepito per Coro e Organo, fa riferimento alle note finali tratte da un sermone scritto da Newman nel febbraio del 1843 nella sua residenza di Littlemore, un povero paesino tre miglia fuori dal centro di Oxford : Possa Lui (il Signore) sostenerci tutto il giorno fino a quando le ombre si allungano e arriva la sera e il mondo affacendato tace, la febbre della vita è finita e il nostro lavoro è compiuto. Allora nella sua misericordia possa il Signore darci un santo riposo e infine la pace.
E’ un invito, scrive Kutman, per chi ascolta, a fare una pausa tra la frenesia e gli affari, tra la tempesta di pensieri e, voltandosi indietro, il trambusto della giornata, a trovare la calma e a riappacificarsi con il passato.
Questa sensazione di lasciarsi alle spalle la vita, liberandosi dalle preoccupazioni, continua a trapelare nella musica di Arvo Part. Impossibile non provare una miriade di sensazioni : dal timore, all’oscurità ; alla liberazione dall’angoscia ; alla felicità per le piccole cose.
Tutto questo è attivato dalla consueta tecnica del Tintinnabuli (dal latino tintinnabulum, una campana), - creata nel 1976, ha le sue radici nel canto gregoriano e nella polifonia della scuola franco-fiamminga - che così lui stesso spiegò : “Lavoro con pochissimi elementi, una voce, due voci. Costruisco con i materiali più primitivi, con l’accordo perfetto, con una specifica tonalità. Tre note di un accordo sono come campane. Ed è perciò che chiamo questo tintinnabulazione”. E ancora : Questo sistema ordinato entra dentro di noi e nel nostro subconscio. Uno non lo realizza, ma lo accetta. E crea una sorta di nuovo stato, un nuovo ordine.
Ottimi i musicisti e le voci del Coro. Un plauso a parte alla soprano Maria Listra, intreprete di una nuova versione per soprano e orchestra d’archi de L’Abbé Agathon. La precedente, registrata per Adam’s Lament nel novembre del 2011, (quella per “Tractus” è stata fatta nel settembre del 2022) prevedeva una voce soprano, un baritono, un coro femminile e un’orchestra d’archi.
In origine, Part scrisse il brano nel 2004 per otto violoncelli (quelli de L’Octuor de violoncelles de Beauvais) e una soprano, Barbara Hendricks (Stephens, Arkansas, 20 novembre 1948), naturalizzata svedese, dopo essersi trasferita in Europa negli anni ‘70.