A proposito di Rom. O di Italiani o francesi

Splendida la risposta di Einstein
All’ ufficio immigrazione.
Su un modulo la domanda:
“Razza?"
“Umana"
La risposta del genio.
Nella mia anima
Ho con certezza
Parti latine e celtiche
Slave e germaniche.
E se ascolto sento
Di uno schiavo Nubiano
Importato a Roma
L’antico lamento.
Stupido attribuire
Ad una sfumatura
Un significato
E solo gli incolti non capiscono
Che tutti parliamo la stessa lingua
Con infinite variazioni.
Tutti sentiamo gli stessi dolori
Proviamo la gioia di un figlio che nasce
Se differenze ci sono,
Son cose da poco
Giovani, superficiali. Nuove.
Di sei mila anni o poco più.
Una storia non scritta
Lunga fino all’inizio di tutto
È comune a tutti.
Un cielo stellato
La cima di una montagna
Le onde di un mare in tempesta
Le solitudini del deserto
E della steppa
Scrostano il velo sottile
La patina ultima di vernice
Delle diverse civiltà
Arrivano diritte al centro
Della religione di tutti
Oltre il velo delle culture
E delle scritture
Al nocciolo della nostra
Umanità.