martedì 16 settembre 2014 - Antonello Laiso

A Napoli si può morire per il non rispetto della legge

La morte di Davide non puo' e non deve dividere ne i Napoletani ne tutti i cittadini d'Italia.

La morte di Davide deve essere a monito per tutti. Ma proprio tutti.

La tragedia del ragazzo ucciso per sbaglio dalle forze dell' ordine al Rione Traiano a Napoli è la risultante sbagliata in un contesto che se pur difficile non puo' essere né generalizzato né strumentalizzato. Diciamola chiaramente: non si può uccidere per un alt ordinato dalle forze dell'ordine e non rispettato, pur nell'ambito di quella realtà e di quel contesto difficile della nostra città che conosciamo.

Sono stati marcati e rimarcati piu' volte quei particolari, quei contorni, che pur esistendo non posssono assolutamente giustificare un omicidio e un delitto; il non rispetto di quelle regole che tutti siamo tenuti ad osservare non puo'essere punito in tale modo.

Anche alle tre del mattino e in tre su uno scooter e, ancora di più, come detto e ridetto, in un rione difficile in una altrettanto difficile città, non si può morire così per non fermarsi ad un posto di blocco.

Napoli, pur rappresentando una città di contesto significativo dal punto di vista dell’emergenza criminalità, non può essere né additata né strumentalizzata per giustificare un qualcosa di inconcepibile .
La città di Napoli, secondo le statistiche, è una delle ultime in Italia per qualità della vita e tra le prime per numero di reati denunciati; ma cio' non puo'essere "una giustificazione".

Davide doveva avere necessariamente quella seconda, quella terza e quarta possibiltà che invece gli è stata negata; Davide, un ragazzo che in un quartiere difficile, in un contesto difficile, ha pagato con la vita quel non rispetto delle regole.

Le forze dell'ordine, pur lavorando in quel contesto difficile, devono osservare necessariamente quel rispetto di quelle regole alle quali loro stesse sono preposte .

Quel giovane carabiniere, che probabilmente con mano inesperta e tremolante ha sparato, è anche lui una vittima; egli e' l'emblema della paura, la sola ed unica colpevole che ha azionato il grilletto di quella pistola.

 




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