venerdì 8 settembre 2023 - UAAR - A ragion veduta

8xmille: il governo mette le mani sulle scelte inespresse della gestione statale

«Avevamo parlato di ‘ritocchino che sa di propaganda’. Ma leggendo cosa hanno davvero intenzione di fare è molto peggio del previsto». Roberto Grendene, segretario dell’Uaar, associazione da sempre impegnata per l’abolizione o la revisione totale dell’8xmille, commenta così il testo del decreto legge 105, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 10 agosto, relativamente alle novità introdotte in materia di ripartizione dell’8xmille attribuito alla diretta gestione statale.

Il decreto prima di tutto stabilisce che la quota dell’8xmille dell’Irpef attribuita alla diretta gestione statale, riferita alle scelte effettuate dai contribuenti a favore dello Stato senza l’indicazione della tipologia di intervento, oggetto di ripartizione nell’anno 2023, sarà utilizzata prioritariamente per il finanziamento di interventi straordinari relativi al recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche, sulla base delle domande presentate dagli interessati entro il 31 ottobre 2023 e, per la parte eventualmente rimanente, in proporzione alle scelte espresse.

«Il Governo Meloni, a differenza di quanto si era inizialmente compreso, non si limita ad aggiungere una nuova scelta nell’8×1000 a diretta gestione statale (“recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche”) ma mette le mani sulle scelte inespresse. E non quelle relative all’8×1000 in generale. Quelle continueranno a essere ripartite a beneficio delle confessioni religiose (è il diabolico meccanismo con cui i vescovi sottraggono alla fiscalità generale un miliardo di euro al posto dei circa 390 milioni che spetterebbero loro conteggiando solo il 28% di scelte reali per la chiesa cattolica). No, per ‘il finanziamento di interventi straordinari relativi al recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche’ il Governo Meloni ha pensato di sottrarre fondi che, anche in linea con le osservazioni della Corte dei conti, venivano ripartiti tra le voci ammesse per la scelta ‘Stato’ che in base ai dati pubblicati per la prima volta il mese scorso sono, in ordine di preferenza: Edilizia scolastica di proprietà pubblica (29,80%), Calamità naturali (13,32%), Fame nel mondo (7,86%), Beni culturali (7,42%), Assistenza ai rifugiati (2,51%). Ecco, il Governo Meloni ha pensato di attingere da quel restante 42,79% di scelte ‘Stato’ (una cifra che supera i 50 milioni di euro, con trend in crescita) per finanziare organizzazioni che presenteranno domanda entro il 31 ottobre 2023. Sappiamo già come andrà a finire – sottolinea Grendene – verranno destinati ulteriori fondi pubblici a organizzazioni private religiose che pretendono di curare le ‘dipendenze patologiche’ invece di sostenere il Servizio sanitario nazionale».

Ma c’è di più: il decreto stabilisce che a partire da quest’anno, in caso di tipologia di intervento non indicata da parte dei contribuenti, la quota a diretta gestione statale sarà ripartita tra gli interventi ammessi secondo le finalità stabilite annualmente con deliberazione del Consiglio dei ministri e solo in assenza di queste ultime in proporzione alle scelte espresse.

«L’invito dell’Uaar è a mettere nero su bianco tutte le scelte che è possibile effettuare nella scheda 8×1000 della dichiarazione dei redditi. Perché delle volontà degli italiani a questo governo, come ai precedenti, sembra non importare molto».

Per approfondire: https://www.occhiopermille.it/

Comunicato stampa

 




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