venerdì 25 novembre 2016 - Leandro Malatesta

25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne. Una riflessione

Il 25 novembre è la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne. In Italia nei primi sei mesi del 2016 sono 60 le donne uccise dal partner o da un ex.

La violenza non è solo quella raccontata da questi terribili omicidi. Come ben sappiamo ci sono diversi tipi di violenza che gli uomini riversano nei confronti delle donne.

 

Vorrei parlare di quei casi di violenza legati all'uso delle nuove tecnologie. Quei casi in cui i video o le foto intime e private di una donna vengono messe in circolo attraverso la rete internet.

Quasi sempre sono i compagni o ex compagni delle vittime a diffondere questo materiale; ciò che li spinge ad agire in questo senso può essere il desiderio di vendetta per la fine del rapporto oppure per semplice machismo.

Nei mesi scorsi sono venuti all'attenzione dei mass media alcuni episodi tremendi ai quali ha fatto seguito in alcuni casi il suicidio della vittima.

Anche donne del mondo dello spettacolo e dell'informazione sono state rese oggetto di questo gioco al massacro che ha come obiettivo unico quello di distruggere ed annientare moralmente la donna attraverso questa terribile gogna.

L'aspetto ancor più terrificante è quello che in tali vicende i carnefici si sentono rafforzati dall'essere in branco e spesso coperti dall'anonimato che concede loro internet.

In pochissimo tempo questi video privati diventano virali e vengono condivisi e visti da migliaia di persone.

E' come se il maschio attraverso il proprio comportamento volesse punire la donna e la possibilità che essa possa disporre del proprio corpo e della propria libertà.

Sui social network le donne coinvolte vengono definite con termini aberranti che proseguono nell'opera di distruzione non solo della donna in questione ma di tutte le donne del mondo.

Perché quando l'uomo ha paura spesso attacca e la libertà femminile spaventa moltissimo il maschio che si trova a dover affrontare il fatto di non sentirsi più il “padrone del mondo intero”.

La Rivoluzione del '68 ha portato maggiore consapevolezza del tema ma ancora passi da giganti devono essere compiuti specialmente in ambito sessuale. Non a caso gli insulti più pesanti ed irripetibili rivolti alle donne hanno quasi sempre sfondo sessuale.

Ed ecco che così che la possibilità di offendere le donne attraverso video rubati e fatti circolare online diventa un'arma potentissima nelle mani degli uomini che si sentono minacciati dalla forza femminile.

La cultura dominante occidentale ha fatto poi del corpo della donna un campo di conquista maschile senza regole.

Il corpo femminile è piegato al maschilismo imperante della società dei consumi, in questo modo la forza erotica e la carica passionale vengono sacrificate per scopi commerciali e di potere.

Ritornando a questi tipi di cyber crimini va inoltre detto che spesso le malcapitate non riescono nemmeno ad intervenire attraverso la giustizia per la rimozione del materiale.

Questo tipo di violenza non causa la morte diretta della malcapitata ma come già detto in precedenza produce un suo totale annichilimento che passa anche attraverso il sentimento della vergogna.

E sembra proprio il sentimento di vergogna a mancare nell'uomo per spingersi ad assumere comportamenti così spregevoli.

Io che sto scrivendo questo articolo sono maschio, un maschio che si sente in colpa e vorrebbe piangere ogni qualvolta legge questo tipo di notizie sui mezzi d'informazione.

Un maschio che con queste righe vuole dire agli altri maschi di indignarsi e di non tacere.

La violenza di questi specifici fenomeni continua e cresce perché questi file vengono condivisi.

Ed in generale ogni forma di violenza si nutre dell'humus dell'omertà.

Dovremmo tutti renderci conto ad esempio che quel video è frutto di una violenza che risiede all'origine perché quella ragazza non ha mai dato il proprio consenso affinché ciò diventasse di dominio pubblico e a niente può valere la scusa secondo la quale la ragazza fosse consenziente al momento di girare il video.

Il premio Nobel per la pace Elie Wiesel sosteneva il proprio concetto di attivismo attraverso queste parolePrendi posizione. La neutralità favorisce sempre l'oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, non il torturato.”

Per chiudere questo mio scritto vorrei consigliare un libro, un film ed una canzone per tentare di comprendere al meglio il valore di questa Giornata del 25 Novembre.

Libro: “Ferite a morte” scritto da Serena Dandini, libro dal quale è stato tratto anche uno spettacolo teatrale. Il libro è un opera mirabile di scrittura e di potere immaginifico che consente alle donne raccontate dalla Dandini di prendere la parola e farne materia viva.

Film: “Mustang” opera prima della regista Deniz Gamze Erguven il film racconta la storia di cinque sorelle residenti in u villaggio della costa turca che vedranno la loro forza femminile e giovanile soffocata da un potere patriarcale ed arcaico. Il film è stata una delle rivelazione del 2015 ed è capace di coinvolgere in modo pieno ed appassionato.

Canzone: “Contà l'inverni” - (Baustelle) Questa canzone vede Francesco Bianconi cantare con inedita inflessione “romanesca”. La storia narrata nel brano è il racconto di un femminicidio visto attraverso gli occhi dell'assassino che per questo “conta gli inverni” dietro le sbarre di una prigione. Il pezzo è un opera intima come nella tradizione della band toscana ma per la storia raccontata diventa immediatamente qualcosa di diverso che segue una dialettica cruda e che non lascia indifferenti.




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