pv21 (---.---.---.212) 13 luglio 2017 19:50

TRANELLI >

D’un tratto è tornato di moda discutere di “fascismo”, di nostalgie e di rigurgiti. E il dibattito politico si è tutto incentrato sulla opportunità o meno di rimettere mano alla legge Scelba (1952).

Nel merito.


Il fascismo si caratterizzò per certi suoi canoni nazionalistici, autoritari e totalitari.

Cercando delle tracce solo tra il popolo nessuno sembra saper cogliere analoghi connotati all’apice di più forze politiche sedicenti “democratiche”.

Ovvero. Da diverse stagioni si punta ad un modello di leadership “carismatica”, impersonato da singoli “capi” e gruppi ristretti di “fedelissimi”, che promette di “ribaltare” il paese in crisi.

Fatte salve le dovute distinzioni storiche è difficile negare che non si tratti di “centri di potere” verticistici, tanto esclusivi quanto autoritari. Con tanto di “dissidenti” da emarginare.


In altri termini.

Il fascismo è ormai sorpassato come ideologia, ma di certo non come “culto” (mediatico) di un elitario potere decisionista.

Non serve e non basta rimettere mano alle esistenti norme anti-fasciste.

Il VERO rischio è nell’attuale “gara” finalizzata a blandire, a gesti e parole, il crescente numero di cittadini, “fiaccati” e “delusi”.

CITTADINI disposti ad assecondare il politico che, dotato di certi attributi, appaia capace di tacitare il troppo inconsistente “vociare”, sbaragliare il campo con un paio di mosse e tracciare la rotta per uscire finalmente dai marosi (problemi). E perfino se costasse una qualche rinuncia alla piena libertà di espressione.


Sarebbe il VOLTO suadente di una “olicrazia”.

Trionfo di quella classe di Primi Super Cives attenta a privilegi, interessi …


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito