Persio Flacco (---.---.---.195) 17 dicembre 2016 13:39

Sulla tragedia siriana è in atto una colossale opera di rimozione. Tutti sono in grado di capire che se il regime di Bashar al-Assad cadesse la Siria diventerebbe un inferno tale da far apparire la sua attuale terribile condizione come desiderabile.

Il regime siriano, con tutti i suoi difetti e le sue colpe, è l’unico a poter garantire che la Siria non cada nel baratro della barbarie assoluta. Dunque è del tutto ipocrita chi, affettando trepidazione per la sorte della popolazione civile, continua ad omettere questa basilare verità.
Eppure di questo nessuno tiene conto. Non i mass media, non gli analisti, non i commentatori, non i decisori politici e nemmeno l’autore dell’articolo che sto commentando.
Questa colossale rimozione non riguarda solo i siriani, il cui destino per i decenni futuri dipenderà dall’esito dello scontro in atto, riguarda anche noi: i cittadini del mondo occidentale, che ci troviamo a toccare con mano gli effetti di un potere assolutamente reale ma sfuggente, indefinibile, che può imporre ad una pletora di fonti informative, teoricamente variegata e pluralista, l’omissione di una componente fondamentale della realtà in cui viviamo.
Non è la prima volta che succede di vedere all’opera questo potere, ma da qualche anno a questa parte è praticamente scomparsa ogni forma, sia pure residuale, che gli si opponeva.
Alle persone non rimane che la Rete: un ambiente nel quale il pluralismo e il senso critico ancora esistono, e la necessità di documentarsi in proprio.
Non c’è quindi da meravigliarsi se dal basso sta montando un onda di rifiuto verso i mass media, il mondo della politica, quello della cultura ufficiale. 

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