venerdì 26 novembre 2010 - roccob

William e Kate, una boutade di costume, cioè a dire quando il gossip si fa pudico

Non è che i cieli della stampa britannica siano, poi, tanto cosparsi di stelle sfavillanti e vi si voli sempre e solamente alto!

Per lo meno, così pare stando a due “antitetiche” correnti di pensiero sbocciate, Oltre Manica, intorno alle figure dei fidanzati per antonomasia e promessi sposi, i giovani e belli principe William e Kate Middleton; ad essere più precisi, con riferimento particolare a quest'ultima, potenziale Principessa consorte se non addirittura, Regina d'Inghilterra.

Venendo al sodo, come si legge in un articolo pubblicato dal principale quotidiano di casa nostra in occasione del recente annuncio delle nozze (che, si è appreso dopo, avranno luogo il 29 aprile 2011), la signorina Catherine Middleton, secondo alcuni columnist reali, “forse non sarebbe più vergine”, mentre, secondo altri royal watcher, “forse sarebbe ancora vergine”.

In siffatto contendere, ruota un dettaglio irrilevante, un'inezia? O, al contrario, una montagna d'interesse, una sommità?

Che prevalga e s'imponga come verbo vero la prima o la seconda opzione, sembra opportuno e meglio lasciare ai posteri di indagare a fondo e toccare con mano lo stato naturale delle cose: le pupille si schiuderanno inequivocabilmente a coloro che sopravviveranno ai secoli.

Anche se, il comune osservatore di strada, lontanissimo da atmosfere di corti e di regalità e semplicemente a contatto di respiro con le ordinarie cose umane aggiornate ai tempi, fra cui il sentire dei giovani innamorati d'oggi e le collegate consuetudini maggiormente diffuse tra loro, ha potuto autonomamente farsi un'idea chiara sullo specifico tema, maturare una propria convinzione riguardo ai due poli in antitesi, “essere” o “non essere”.

E, nel suo intimo, alimenta la propensione per un esito, anzi uno stato di grazia, di positività, nel senso di conoscenza, in seno alla coppia, a livello più intenso.

Del resto, se i “nostri” Guglielmo e Caterina, coetanei ventottenni, si sono conosciuti, guarda caso, all'Università, in un dormitorio della Facoltà d'Arte, se stanno insieme da circa un decennio, se sono andati trascorrendo anche lunghe vacanze tutte per loro, se lo stesso papà di Guglielmo, il Principe Carlo, si è lasciato scappare la frase “era ora, questi due hanno avuto fin troppo tempo per conoscersi”, che voto si dovrebbe leggere, sul loro statino, accanto alla materia “intimità”, se non 10 pieno?

Insomma, in bocca al lupo, William e Kate, proseguite a trovarvi bene e a godervi l'un l'altra e viceversa.

In qualche modo, colpisce che, dopo i quattro nomi di battesimo del prossimo reale sposo, si debbano leggere, nell'ordine, i cognomi Mountbatten e Windsor. Raro caso, dovuto ad esigenze d'ufficialità anagrafica, in cui appare e si materializza la presenza del di lui nonno paterno, principe Filippo di Edimburgo, il quale, da quando è convolato a nozze con l'attuale Regina Elisabetta II, ossia più di sessant'anni addietro, non risulta che abbia assolto ad impegni e/o incombenze da mortale cittadino, salvo apparire appena dietro o seduto accanto, su uno scranno meno sontuoso, all'augusta moglie.

Di primo acchito, riesce difficile immaginare e comprendere che, nel terzo millennio, una persona, di qualsivoglia livello, pure elevatissimo o, come in questo caso, addirittura regale, possa non svolgere un'attività, non lavorare.

Ma, si vede proprio che l'autore delle presenti righe non ha la minima idea del clima e delle faccende di corte.




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