giovedì 17 marzo 2011 - Martino Ferrari

Viva l’Italia

Oggi è un giorno pieno di retorica. Tanti di quelli che ogni giorno ripudiano o infangano col loro comportamento il nostro Paese (politici, imprenditori, autorità di vario genere) parteciperanno a celebrazioni, convegni e via dicendo. Altri, secondo una moda che ormai consolidata, sputano su questo anniversario, ne parlano male e fanno della facile demagogia, ritenendo che non ci sia nulla da festeggiare. Dicono che rispettare l’Italia vuol dire rendersi conto dei suoi problemi e delle sue contraddizioni, non celebrare il nulla.

Rispettare l’Italia è invee qualcosa di diverso da entrambi questi atteggiamenti. Rispettare l’Italia vuol dire essere onesti giorno per giorno, riconoscere quei problemi e quelle contraddizioni e cercare di risolverle, crescere in mezzo a tutte e difficoltà che abbiamo davanti, essere pronti a costruire qui la propria famiglia e il proprio futuro, impegnarsi e mettere del proprio per cambiare le cose. Vuol dire sentirsi uniti, trentini, siciliani, calabresi, toscani, immigrati, italiani.

Ma perché fatichiamo così tanto a sentirci italiani, a sentire la nostra nazione, la nostra appartenenza ad essa? Da anni ci dicono e ripetono e fanno credere che nord e sud siano completamente diversi, opposti. Ma è sotto gli occhi di tutti come ormai siamo mescolati, che nel momento del bisogno da entrambe le parti arriva l’aiuto che serve. Siamo un popolo, abbiamo delle radici comuni. Cultura, letteratura, lingua esistevano secoli prima dell’Unità, ed intorno ad esse ci siamo stretti, come attorno ad un fuoco nelle sere d’inverno.

Negli anni del fascismo, poi, le idee di patria e di nazione sono state stravolte, infettate da un’ideologia autoritaria e malata, che ha fatto odiare agli italiani questi due termini, collegati alla repressione, all’imposizione. In più in questi anni ci siamo trovati davanti ad un massiccio revisionismo, che ha trasformato Risorgimento e Resistenza in due eventi mostruosi, durante i quali uomini cattivi e spietati hanno compiuto massacri e atrocità. Ogni percorso storico porta con sè, purtroppo, anche eventi negativi. Ed è inutile negare che Risorgimento e Resistenza abbiano conosciuto degli episodi atroci. Ma questo li svaluta, elimina il loro contenuto di ribellione all’oppressione, di libertà? La Rivoluzione francese è culminata nel Terrore, ma è celebrata come uno degli avvenimenti più importanti della storia. Non dimentichiamo come dal Risorgimento e dalla Resistenza siano nate le nostre possibilità odierne, la nostra libertà, la Costituzione, la Repubblica.

Infine, la politica in tutti questi anni (dalla DC in poi direi) ci ha offerto quasi sempre uno spettacolo desolante. Uomini piccoli e di poco conto (tranne alcune, grandi eccezioni) hanno fatto il loro comodo e stretto patti con il diavolo in nome del loro potere e della loro ricchezza, facendoci diffidare delle istituzioni e quindi dello Stato.

Per tutti questi motivi, sentirsi italiani è difficile. E festeggiare lo è ancora di più.

Festeggerei se pensassi che da domani le cose cambieranno; se noi giovani avessimo un futuro; se contasse davvero il merito; se i nostri militari tornassero dalle guerre; se la scuola insegnasse e preparasse alla vita; se avessi fiducia nella mia generazione; se guardare avanti fosse un po’ più facile; se sapessi di poter trovare un lavoro;se le mafie non avessero più forza ogni giorno. I se sono ancora tanti, troppi per essere elencati tutti.

E allora? Staremo a guardare, non proveremo nemmeno un po’ d’orgoglio, di gioia, di speranza? Lasceremo che la pioggia di oggi porti via con sè la consapevolezza che è grazie all’Unità d’Italia che abbiamo conquistato le libertà che prima non avevamo, sottomessi ai vari regni che straziavano al penisola? Ascolteremo l’Inno senza un briciolo di senso di appartenenza?

No. Io non lo farò. Festeggerò per la nostra Costituzione; per i grandi poeti, scrittori, artisti del passato e del presente; perché grazie a loro e a tanti altri grandi uomini sono orgoglioso di essere italiano; perché se anche il presente è difficile da celebrare e più facile da criticare, non esiste un presente senza un passato; perché voglio crescere qui e, anche se spesso sono disilluso e non vedo come possa accadere, so che prima o poi le cose cambieranno. Festeggio perché l’italiano è una lingua meravigliosa; perché alla Lega dà fastidio; perché c’è tanta gente onesta che non fa rumore; per la Resistenza e il Risorgimento; per la mia generazione, il mio futuro e le prossime generazioni; perché si possano festeggiare in futuro i 200, 250 e 1000 anni dell’Unità d’Italia e perché qualcuno possa sputare anche su quelli; perché sono orgoglioso e felice di essere italiano.

Festeggio perché uniti abbiamo qualche possibilità, da soli nessuna.



3 réactions


  • pv21 (---.---.---.166) 17 marzo 2011 19:08

    Orgoglio padano >

    Bruciare un fantoccio di Garibaldi con lo slogan: “L’eroe degli immondi” fa capire a Borghezio che il 150° dell’Unità d’Italia è solo “una grossa pagliacciata carnevalesca”.
    I Consiglieri Leghisti lombardi, compreso Bossi-junior, approfittano dell’esecuzione dell’Inno di Mameli per uscire dall’aula e prendersi un caffè al bar.
    Anche a Speroni, l’euro-parlamentare, l’Inno d’Italia “dà fastidio”. Gli ricorda che piemontesi e francesi hanno conquistato la Lombardia. “Sono – sostiene Speroni - sulla stessa linea del leader del Sud Titolo. Senza l’unità d’Italia il Nord e la Padania sarebbero più ricchi”.
    Reguzzoni, il capogruppo della Lega, non partecipa alla seduta celebrativa decisa dal Parlamento perché “hanno deciso di chiudere gli asili” e quindi stà con i figli. “Ognuno – precisa Reguzzoni - ragiona secondo coscienza”.
    Cota, governatore del Piemonte, non vuol fare polemiche e partecipa alle cerimonie ufficiali perché “è difficile che il governo della regione possa stare a casa”.
    E il governo nazionale? Calderoli "invisibile" si aggira dietro le quinte della Camera.

    Nel teatrino di Pantomima e Rimpiattino cambiano i personaggi, ma non cambia il copione …


  • Toscana (---.---.---.3) 17 marzo 2011 21:51

    Io sono daccordo con questo giorno e con la festa che devi ricordare i valori che oggi si sono persi, un giorno per rinfrescare la memoria (soprattutto alla lega).
    Ciao dalla Toscana


  • vittorio Cucinelli (---.---.---.110) 17 marzo 2011 23:07

    Va bene, come al solito, in italia si creano le squadre per giocare il torneo a calcetto. Questo è il paese dell’insiemistica, Destra contro sinistra, Guelfi e Ghibellini, fascisti e antifascisti ecc Il dato che appare chiaro è che gli itagliani non hanno voglia di fare i conti con se stessi. Si discute del presente per impedire di comprendere il passato, si discute del futuro per smorzare il presente...insomma ..ce ne frega un cazzo. Amen.Ora, che si fa....si tagliano le gambe alla volonta’ (flebile) di comprendere come nacque questo paese, (davvero le cose andarono come ce le raccontano?) Invece di discutere e di capire, ecco pronta pronta l’INSIEMISTICA, una sottile tecnica censoria che funziona a meraviglia. Gli americani, gli spagnoli, i tedeschi i potoghesi I TURCHIIIIII, (stanno cominciando adesso) hanno fatto i conti con la propria storia ...noi NO, noi abbiamo l’INSIEMISTICA che ci protegge da certi mal di testa. Il piu’ settario di tutti? Colui che vede settari in ogni angolo...ma questa è l’italia...bellezze mie...


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