venerdì 18 novembre 2016 - Doriana Goracci

Violenza di genere e femminicidio | Voci di donne: sbloccate quei fondi!

"Un giorno mi perdonerò
Del male che mi sono fatta
Del male che mi sono fatta fare
E mi stringerò così forte
da non lasciarmi più"
 

Emily Dickinson

 

Trovate i soldi, voi che rimanete seduti al governo, come se aveste paura di morire ammazzati e doveste trovare rifugio... non volete morire.

Ricorda, Ministro Boschi quando il 21 ottobre, a Reggio Calabria per la manifestazione "La Calabria contro la violenza sulle donne", ha ricordato che le risorse per i centri antiviolenza ammontano a 31 milioni e saranno liberati entro fine anno? O sbaglio?

Perché i 16,5 milioni di euro distribuiti alle Regioni per i centri sono stati corrisposti solo in piccola percentuale, mentre i 18 milioni stanziati dalla legge 119 del 2013 per il 2015-2016 non stati ancora erogati? O sbaglio?

Perché il 26 novembre non ci date la possibilità di usufruire gratuitamente della rete ferroviaria, dei mezzi pubblici, per raggiungere Roma o le altre città dove si terranno incontri fondamentali di donne?

Sapete a cosa servono i Centri antiviolenza, le case rifugio per donne e bambini e i fondi connessi che ancora sono bloccati (16,5 milioni di euro distribuiti alle Regioni e 18 milioni stanziati dalla legge 119 del 2013 per il 2015-2016)? Offrono assistenza e ospitalità a donne in difficoltà, vittime di violenza fisica e psicologica, sole o con figli minori, vittime di violenza fisica e/o psicologica intra o extra familiare. Offrono un primo contatto, con ascolto e informazioni su problematiche inerenti alla violenza di genere (per via telefonica e/o telematica), ospitalità residenziale per le donne sole o con figli minori a carico, che necessitano di un alloggio protetto e di sostegno per un periodo massimo di tre mesi, eventualmente replicabili in situazioni particolari e debitamente documentate. Reinserimento sociale tramite un progetto individuale finalizzato al recupero dell'integrità psicologica ed alla ridefinizione di un percorso di vita. Consulenza professionale specialistica: legale, psicologica, medica. 

Ricordo in proposito il 1522, numero attivo 24 ore su 24, tutti i giorni, accessibile gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo.

Tutto questo non potrebbe tenere unite le Donne, che siedono in Parlamento, almeno una volta e in cosiderazione di quanto sia urgente la richiesta di portare a compimento ciò che è stato promesso ed equivale a una manciata di superville di qualche super ricco? Prima del Referendum Costituzionale del 4 dicembre?

Dopo avere firmato la convenzione di Istanbul sulla violenza di genere, varato una legge con l’intento di tutelare le donne che doveva essere una delle bandiere di questa legislatura e previsto con un decreto del 2013 la ripartizione delle risorse da destinare, lo Stato lascia morire i centri anti violenza?

A novembre 2015 solo per dieci amministrazioni era possibile consultare la lista delle strutture beneficiarie dei fondi, di cui solo cinque – Veneto, Piemonte, Sardegna, Sicilia e Puglia – avevano pubblicato online i nomi di ciascuna struttura e i fondi ricevuti. O sbaglio?

Il tanto declamato Piano nazionale contro la violenza sulle donne è fermo in chissà quale cassetto di chissà quale palazzo romano. Approvato dal consiglio dei ministri, l’8 marzo in Gazzetta ufficiale è stato pubblicato un avviso pubblico della presidenza del Consiglio che prevede lo stanziamento di 12 milioni di euro per i progetti di sostegno alle donne vittime di violenza. Ma nessuno degli addetti ai lavori ha saputo più nulla.
D’altronde, fino al 10 maggio, giorno di consegna della delega alle Pari opportunità alla ministra Maria Elena Boschi, il governo non aveva neppure un rappresentante delle questioni di genere. Più che altro era andato avanti per deleghe. Dopo l’omicidio di Sara Di Pietrantonio, la Boschi è intervenuta su Facebook ribadendo – tra le altre cose – che «il governo ha istituito la commissione che dovrà valutare i progetti di attuazione del piano antiviolenza». O sbaglio?

Era il 2012 quando Rashida Manjoo disse a Ginevra : “Femicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita. In Italia, sono stati fatti sforzi da parte del Governo, attraverso l’adozione di leggi e politiche, incluso il Piano di Azione Nazionale contro la violenza ma questi risultati non hanno però portato a una diminuzione di femmicidi o sono stati tradotti in un miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine”.

Nel 2012 scrissi "Collaboriamo in tutti i modi a sensibilizzare tutte e tutti e facciamola finita di riempire le nostre pagine Facebook di infami rappresentanti della politica che parlano solo di urne e interessi loro. Intanto nell'urna, ci sono loro, quelle giovani donne, morte ammazzate".

Questo post lo scrivo in prossimità del 25 novembre 2016, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si ripete da anni, mi ripeto anche io, ripeto quanto altre voci di donne hanno scritto e continuo a ripetere: cosa è stato fino ad oggi?

Su FB allego decine di foto dal mondo che ho conservato mano a mano in un anno, sono a disposizione di tutte e tutti. E' a disposizione anche lo spazio per i commenti e le iniziative le testimonianze e le proposte. Trovate i soldi voi, che rimanete sedute al governo, come se aveste paura di morire ammazzate, e doveste trovare rifugio, non volete morire.

Da ultimo siamo stanche di vedere Amori Criminali, vorremmo vedere storie di Vita, con epiloghi positivi, donne che aiutano donne, costruendo nuove storie d' amore e solidarietà e tutti gli uomini animati da questo rispetto e da buona volontà, sono benvenuti.

Doriana Goracci



3 réactions


  • Loriana Lucciarini (---.---.---.181) 21 novembre 2016 22:15

    Quanta verità, Doriana! E quanta rabbia nel vedere lo Stato pietrificato, incapace di agire, mentre donne come noi sonoi n balia della violenza . Noi donne non possiamo aspettare ancora. Per questo il 26 in tante scenderemo in piazza per urlare forte e dar voce anche a chi voce non ha più. Facciamo rete... Noi donne insiene una forza . Le istituzioni o ci seguono o dovranno ascoltarci!


    • Doriana Goracci Doriana Goracci (---.---.---.173) 22 novembre 2016 09:30

      Le istituzioni,cara Loriana, ci seguono e ci ascoltano e non fanno ma ci mettono nella condizione di "elemosinare" questa manciata di soldi per le case rifugio e i centri antiviolenza, l’ equivalente di poche ville miliardarie.Ho scritto privatamente allla ministra Boschi, che cito nel post ma ovviamente è presa da altro in questo momento. Ho sempre pensato (e proposto) che sarebbe stato bello trovarci in piazza e conoscerci, piuttosto che sfilare e vedere la nostra rabbia e la nostra gioia , trovo le sfilate-manifestazioni nella città di Roma,ormai un triste e penoso cammino, con l’ elenco di chi c’era e chi non c’era; poteva essere per tutte quelle altre donne l’ opportunità di esserci, di stare insieme anche con un gesto storico come arrivare a Roma e in altre città con i mezzi pubblici per un giorno...per tutte quelle donne che seminano chilometri a piedi per un lavoro precario e malpagato, attraversano binari strade tunnel percorsi di metro e città, periferie umane devastate dalla violenza. E invece ci ritroviamo a parlare del perdono del papa, oggi. Ne ho scritto più volte anche della mia personale esperienza, in fatto di aborto e di donna. Noi donne si, insieme, siamo una forza ma purtroppo come si ripete nella storia, siamo divise anche in questo, anche a darci voce e parlare della nostra rEsistenza, senza nessuna indulgenza contro chi semina odio. Un abbraccio grande e grazie per il tuo commento, perla rara...di questi tempi.


  • Doriana Goracci (---.---.---.203) 23 novembre 2016 13:01

    grazie a te...


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