mercoledì 6 luglio 2016 - Marinella Zetti

Unioni Civili ostaggio di Alfano

Il termine per l’emanazione del “decreto ponte” sulla legge è scaduto il 5 luglio, e non ancora accaduto nulla. Il Ministro dell’Interno nicchia e il Presidente del Consiglio tace.

Mi rendo con che in questo momento Angelino Alfano abbia ben altri pensieri per la mente, visto le indiscrezioni apparse sulla stampa relative ai suoi familiari, però noi Unioni Civilisiamo in attesa del “decreto ponte” per la legge sulle Unioni Civili. In pratica si tratta di una guida che spiega ai Comuni cosa fare quando una coppia di uomini o di donne si presenta per chiedere di essere unita civilmente: quali documenti occorre presentare, come si deve svolgere il rito, quali formule deve pronunciare l’Ufficiale di Stato Civile che celebra all’unione. Il termine per emanarlo è scaduto il 5 luglio e tutto tace. Il Ministro dell’Interno nicchia e il Presidente del Consiglio non parla.

La comunità Lgbt è in fermento e non sta zitta: molti i commenti, alcuni veramente pesanti, sui social e le prese di posizione da parte di varie associazioni o attivisti.
«Non ci spieghiamo il ritardo nell’emanazione del decreto, - ha affermato il, Mario Colamarino, Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli - considerando che senza quel “decreto ponte” si lasciano i Comuni in un vuoto procedurale che potrebbe creare problemi in ordine alle richieste di unioni civili di questi giorni. E’ bene ricordare che in ogni caso a partire da oggi una coppia di uomini o di donne può presentarsi davanti all’Ufficiale di Stato Civile del suo Comune e chiedere di Unioni Civiliessere unita civilmente, che il decreto ci sia oppure no. Ma senza il “decreto ponte” e vista la novità dell’istituto giuridico delle Unioni Civili questo comporterebbe possibili inceppamenti nell’ingranaggio. Non vogliamo pensare che il ritardo sia dovuto alla ben nota idiosincrasia di Angelino Alfano per questa legge, che lui e il suo partito in sede di dibattito hanno di fatto smontato fino a riuscire a toglierne alcune parti di grande rilievo come la stepchild adoption e l’obbligo di fedeltà».

Prende posizione Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. «Il Ministero degli Interni così mette i primi cittadini in una situazione grave e paradossale: qualora a causa dell’assenza del “decreto ponte” i sindaci negassero a una coppia la possibilità di celebrare l’unione civile, di fatto starebbero negando un diritto garantito da una legge in vigore. Ma soprattutto l’attesa infierisce su chi da troppo tempo aspetta di formalizzare la propria relazione di coppia, per il desiderio più che legittimo di festeggiare o addirittura perché non ha molto tempo davanti per prolungare l’attesa. Questa negligenza è perciò cinica e irrispettosa e conferma il malcostume dei governi italiani che da sempre in tema di diritti non riescono a rispettare tempi e scadenze, anche nei casi più banali. Esortiamo allora il Ministro degli Interni Alfano a produrre tempestivamente quanto dovuto e a non giocare l’ennesima scorretta battaglia politica abusando di un ruolo, quello di ministro appunto, che deve saper corrispondere a tutti i cittadini e le cittadine, non solo a quelli eterosessuali».


Vale la pena di ricordare che è compito del Presidente del Consiglio Matteo Renzi emanare il decreto ponte ma la proposta dovrebbe giungere dal Ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

Per chi volesse saperne di più, Articolo 29 ha pubblicato la Prima guida pratica per la costituzione dell’unione civile fra persone dello stesso sesso a norma della Legge n. 76 del 2016, che spiega con parole semplici l’iter che deve essere seguito secondo legge per la richiesta di Unione Civile.
Seguendo il link, potete scaricare il pdf.

Ovviamente concordo con le parole dei due esponenti delle associazioni ed esorto Angelino Alfano a “liberare” il famoso decreto.
Sono 20 anni che aspettiamo, ormai la nostra pazienza si è esaurita.
 




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