lunedì 19 settembre 2016 - soloparolesparse

The neon demon, tutta l’eleganza di Refn

Non so se amo più Nicolas Winding Refn o Elle Fanning (in realtà lo so ma non ve lo dico), certo che se mettete uno a dirigere l’altra in un film tutto incentrato sulla di lei bellezza poi è ovvio che io The neon demon finisce che me lo godo tutto.


La giovanissima Jesse arriva a Los Angeles per provare a sfondare nel mondo della moda. La cosa non le riesce particolarmente difficile perchè è di una bellezza naturale inarrivabile e conquista immediatamente fotografi e stilisti.

Inevitabilmente però attira su di se anche le invidie delle colleghe, che la vedono come un ostacolo al loro lavoro.

Il film è godibile su piani diversi. La storia punta sul (terribile) mondo della moda. Ragazze giovani che si sentono minacciate da ragazze ancor più giovani ed hanno chiaro in mente come il loro lavoro ed il loro successo sia continuamente sull’orlo del baratro. Per sclazare le altre, per rimanere ancora un po’ sulla cresta dell’onda non si pongono limiti.


Ma soprattutto il film è uno splendora dal punto di vista visivo. La scelta delle inquadrature, delle luci, dei colori. Refn si prende tutto il tempo che gli serve per creare l’immagine e regalarci una serie lunghissima di frame che sono dei veri e propri quadri.

La fotografia, i riflessi, la costruzione delle inquadrature, dei movimenti di macchina, tutto è clamorosamente studiato nel dettaglio. E al centro c’è (quasi) sempre lo splendore di Elle Fanning, del suo corpo ma soprattutto del suo viso, del suo sorriso, del suo broncio…

Piccole perle sparse nel corso del film. Un cameo di Keanu Reeves in un ruolo terribile. Una splendida Jena Malone. Luci, suoni, colori, (splendide donne).

Il finale horror serve a stemperare l’elegia, a riportare tutto sulla terra. Ma quel che rimane è l’immagine di Elle Fanning inquadrata da Refn (credo che il film lo abbia fatto solo per questo – si scherza, eh!)




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