giovedì 6 aprile 2017 - Riccardo Noury - Amnesty International

Svolta autoritaria in Bahrein: tribunali militari per gli imputati civili

Lunedì 3 aprile il re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa ha ratificato un emendamento costituzionale che renderà possibile il ricorso alla corte marziale per gli imputati civili.

A sei anni dall’imposizione temporanea della legge marziale per fronteggiare le rivolte di massa, l’emendamento rischia di dare vita a nuova stagione di processi irregolari, anche a porte chiuse e in assenza di un avvocato scelto dagli imputati.

L’emendamento, oltre a violare gli standard del diritto internazionale sul giusto processo, è estremamente e pericolosamente generico: chiunque sia considerato una minaccia alla sicurezza nazionale del Bahrein o alla sua “indipendenza, sovranità e integrità” potrà finire sotto corte marziale.

Il ricordo del 2011, quando vennero processati in questo modo e condannati attivisti e dissidenti pacifici (tra cui medici, infermiere, insegnanti e difensori dei diritti umani) non rende ottimisti.

Così come preoccupa parecchio il silenzio della comunità internazionale, e in particolare dei super-alleati Regno Unito e Usa (Washington ha recentemente rimosso l’embargo alla fornitura di jet F-16 e va ricordato che il Bahrein fa parte della coalizione guidata dall’Arabia Saudita che da due anni bombarda lo Yemen) di fronte alle ripetute violazioni dei diritti umani nel ricchissimo regno del Golfo.




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