sabato 30 gennaio 2016 - alessandro tantussi

Statue del museo coperte, ora si taglia la testa al funzionario

APERTA LA CACCIA AL “CAPRO ESPIATORIO”

 

Forse sulla questione delle statue del museo Capitolino, occultate per la visita di Rohani, è stato versato troppo inchiostro, è vero che, in fin dei conti, è stata solo una immane stupidaggine.

Ora però mi dispiacerebbe se a pagarne il fio fosse solo un dirigente del cerimoniale, chiunque esso sia. Una volta se cadeva un muretto a Pompei la colpa era dl Ministro dei Beni culturali, dei quali si chiedeva la sfiducia, mica del capo dei manutentori di Pompei. Ora che i beni culturali italiani sono stati sbeffeggiati di tutto il mondo, un capro espiatorio ci vuole, si taglierà la testa di qualche funzionario e chi s'è visto s'è visto.

Eppure la responsabilità sarà pure di chi comanda, o no? Ora si cerca di attaccarci un toppino, proprio come sopra i genitali delle statue, ma delle bischerate ne devono sempre rispondere i capi, mica gli esecutori. Chi comanda "non poteva non sapere" e comunque il non sapere cosa fanno i tuoi dipendenti è una colpa, se non altro sul piano politico. Qui non si parla di responsabilità penale ma di responsabilità politica, e quella fa capo al Presidente del Consiglio, al Ministro degli esteri, a quello dell'Interno o a quello dei Beni Culturali. Non dico di chiedere le dimissioni di qualcuno di loro, no, mi parrebbe ridicolo, ma sarebbe quantomeno doveroso che qualcuno di quelli "che contano" riconoscesse pubblicamente di aver fatto una bischerata, invece sono bravi solo ad indignarsi. Son tutti lì a dire "qualcuno deve pagare"! Basta far rotolare la testa di qualche funzionario, giusto per lavare l'onta con il sangue di un dipendente.

Che si tratti di una "onta" o "vergogna" - ci ha preso per i fondelli la stampa di tutto il mondo - mica possono esserci dubbi, abbiamo fatto ridere persino i Talebani. Sì perché, diciamoci la verità, ci siamo comportati come i Talebani, anzi peggio! Loro le opere d'arte le fanno saltare in aria una volta per tutte (e non se ne vergognano, anzi trasmettono i video delle distruzioni di monasteri, delle statue di Budda e delle opere di nudo) per un motivo ideologico, il che è barbaro e ridicolo ma ha comunque una sua logica, sia pur perversa, sul piano ideale. Noi le copriamo ipocritamente solo quando ci conviene per fare affari con una dittatura che si mette sotto i piedi i diritti degli uomini, impicca i gay sulle piazze, sottomette le donne e fucila gli opppositori politici. 

Direi che, se mettiamo da parte la modesta gravità sostanziale del fatto, dal punto di vista concettuale il nostro atteggiamento sia perfino peggiore di quello dei Talebani, noi le statue non le facciamo saltare in aria per un motivo che loro ritengono "nobile", noi le copriamo ipocritamente per fare "sporchi affari" con della gentaglia impresentabile, cosa che ai tempi di Gheddafi non era ammessa (proprio dalle stesse persone che ora sostengono "busines is bisuness" e "pecunia non olet"). Ma che ci volete fare, se Cristo fu venduto per trenta denari, figuriamoci se non si può vendere l'Italia per qualche miliardo, specialmente in tempi di crisi. 

michelangelo_giudizio_universale5.jpgComunque ci si potrebbe pure mettere una pietra sopra, se non fosse che c'è chi si arrovella per cercare scuse e precedenti, come quella di chi dice anche anche a Torino, quando ci andò Papa Francesco, furono oscurati i manifesti di una artista. Anche quella fu probabilmente una fesseria, a almeno non decapitarono un povero funzionario. E comunque non mi pare che il Papa dei cristiani si scandalizzi per certe cose, sono secoli che i papi non si scandalizzano per l'arte, e questa bene o male è una evoluzione culturale del cristianesimo che l'Islam non ha ancora vissuto. In ogni caso: non vorrete mica paragonare la "copertura" delle opere di una singola artista polacca come la De Lemicka (che sarà bravissima ma francamente molti di noi non sapevano neppure che esistesse) con "l'oscuramento" sistematico della cultura artistica e storica di una intera nazione? Nel caso di Rohani è stata "oscurata" la cultura di un popolo, non una singolo artista o una singola opera d'arte. Faccio un esempio: tutto sommato riterrei lecito che opere del genere

http://mondodelbelli.blogspot.it/2014/04/altro-che-madre-delle-sante-la-fica-e.html

possano disturbare la sensibilità di qualcuno, ma non ritengo si possa dire altrettanto per questa

http://www.museicapitolini.org/collezioni/percorsi_per_sale/palazzo_nuovo/gabinetto_della_venere/statua_della_venere_capitolina

opera che, guarda caso! fu acquistata proprio da un Papa. Senza contare che nel caso del Papa si trattava di oscurare i manifesti in una pubblica via, nell'altro caso di "cancellare" opere d'arte esibite in un museo nel quale nessun medico ha ordinato a nessuno, nemmeno a Rohani, che ci si debba andare per terapia.

Il presidente iraniano, se avesse voluto, avrebbe potuto chiedere, tramite i canali diplomatici, di non andare al museo capitolino e magari chiedere di visitare il museo affidato alle monache di clausura delle Agostiniane nel Monastero dei Santi Quattro Coronati a Roma. In fondo, con l'Iran e con il petrolio, ci avremmo fatto affari comunque.

 

 




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