lunedì 13 marzo 2017 - Camillo Pignata

Solidarietà a Napoli dopo la "Questione Salvini"

A Napoli abbiamo assistito ad un'esplosione di violenza, di autoritarismo, di incapacità, di provocazione, di disinformazione, di attacchi politici alla città e al suo sindaco.E quando la stampa non fa il suo mestiere, succede che agli occhi del pubblico, la questione Napoli, si riduca al diritto di parola di Salvini. Ma il punto non è il diritto di parola di Salvini.

Il punto è il diritto di parola di Salvini, in un edificio di proprietà del comune di Napoli, che lo considera ospite non gradito. Il punto è il comportamento autoritario del governo, che ha imposto al comune di accogliere, un ospite non gradito, e la sua incapacità a gestire una situazione di tensione e a prevenire la violenza.Il punto è la stampa e tv che non hanno fatto e fanno il loro mestiere, perché di tutto ciò non parleranno.

 E allora solidarietà a Salvini.

Solidarietà a Salvini ? E perché? Salvini ha parlato, il suo diritto di parola è stato garantito .

 È Napoli che è stata devastata, offesa umiliata, non Salvini.

 E dunque solidarieta a Napoli, messa a ferro e a fuoco da quattro facinorosi, e dalla irresponsabilità, di chi ha autorizzato un incontro di pericoloso, per la tensione che da tempo c'era in città. Solidarietà a Napoli, offesa dalla provocazione del leghista, che è venuto a parlare in una città, da lui più volte attaccata e bistrattata .

 Solidarietà a Napoli, umiliata dalla imposizione del governo, che ha sfrattato il comune da casa sua, costringendolo, ad accogliere in un edificio di sua proprietà, un ospite non gradito .

 Solidarietà a Napoli che oggi vede il suo sindaco bersagliato da una stampa e TV, serve e ignoranti di quello che ha veramente detto e fatto de Magistris, e di quello che è veramente avvenuto.

 Secondo stampa e tv, a Napoli i centri sociali i Black bloc hanno fatto guerriglia urbana; lo stato ha fatto lo stato, De Magistris ha istigato alla violenza e tentato di negare a Salvini il diritto di parola. Ed invece non è così.

 I centri sociali hanno manifestato pacificamente, i Black bloc hanno fatto violenza, lo stato non ha fatto lo stato perché non saputo gestire una situazione di tensione, e prevenire una situazione di pericolo. De Magistris ha interpretato la volontà e l'umore del suo popolo, ha preavvisato il governo del clima che regnava in città, ha difeso la proprietà. E alla fine della storia che cosa è rimasto: violenza arresti, devastazioni e una insensata esplosione di frasi in libertà culminata in una provocazione stupida e pericolosa.

 “La prossima volta parlo in piazza plebiscito” ha detto Salvini. Maledetta incoscienza, di chi non riesce a capire che una scintilla che può trasformarsi in un incendio incontrollabile La prossima volta, Napoli potrebbe reagire e portare i la protesta davanti alle sedi della lega a Milano o nel Veneto. A questo si vuole arrivare? Per qualche voto in più, si vuole estendere la guerriglia a tutto il paese? De Magistris ha preso le distanze dai facinorosi, Salvini e minniti prendano le distanze dai propri errori.

 

 




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