lunedì 4 agosto 2014 - Angelo Libranti

Siamo un grande popolo

Le sconfitte epocali subite dal Brasile, nel Campionato Mondiale di Calcio, hanno probabilmente provocato nei suoi abitanti un'ondata di depressione al limite della disperazione. C'è mancato poco che il Governo non autorizzasse l'esposizione della bandiera nazionale a mezz'asta.

La precedente disfatta clamorosa del Brasile fu durante i campionati Mondiali di Calcio del 1950 quando, dopo la sconfitta in finale contro l'Uruguay, ci furono addirittura casi di suicidio.

Da noi non succede e non sarebbe mai successo, perché siamo un grande popolo che non prende nulla sul serio.

Anche noi siamo stati sconfitti da Costa Rica e Uruguay in modo tale da avere voglia di prendere a schiaffi giocatori e allenatore. Ma poi, alla fine, ci siamo consolati con “i Pantellas” e l'esilarante Pinuccio (con le sue mitiche telefonate), su You Tube per esorcizzare l'umiliante eliminazione.

In Brasile non esistono simili spettacolini auto denigratori; sono inconcepibili e sarebbero considerate di lesa maestà.

Non siamo un grande popolo solo nello sport, anche in società, per non dire in politica, siamo grandi e facciamo le cose con la sopraffina arte ereditata dall'Italia dei secoli bui quando, dopo l'invasione dei barbari, la nostra diventò terra di nessuno ed il popolo fu costretto a fare di necessità virtù.

Successivamente Dante e, soprattutto, Machiavelli teorizzarono norme e filosofie che hanno fatto di noi il popolo più fantasioso, scaltro e controverso del mondo, capaci di affrontare qualsiasi situazione, anche la più difficile e uscirne con inguardabile faccia tosta.

E' di questi giorni il video della disperazione pubblica di Ryutaro Nonomura, politico giapponese accusato di aver sperperato 20.000 euro in viaggi ed altre utilità non giustificate. Lo abbiamo visto piangere in televisione e chiedere perdono. Luigi Lusi e Francesco Belsito, i nostri campioni nel ramo, hanno sicuramente sorriso di fronte a questo “pezzaro” della politica, dimostrando ancora una volta la nostra grandezza quando ci cimentiamo in un affare, qualsiasi esso sia.

Per carità di Patria non elenco le migliori performance dei nostri amministratori, non basterebbero tutte le pagine della Divina Commedia per descriverle.

Siamo bravissimi pure a diventare proprietari di appartamenti a nostra insaputa; all'estero si organizzano commissioni di studio per capire l'arcano ed eventualmente applicarlo.

Tutta la nostra politica è un florilegio di episodi di grandezza; occupare tre, quattro poltrone e più, contemporaneamente, è una nostra caratteristica. Senza giungere al record di Mastrapasqua dimostriamo, oltre tutto, di possedere il dono dell'ubiquità e della relativa moltiplicazione magica degli stipendi.

Anche la magistratura contribuisce a fare di noi un grande popolo: sentenze che si ribaltano clamorosamente da un grado di giudizio all'altro, intrusione nella vita privata alla ricerca di reati che poi non sono reati (nel frattempo il disgraziato si è già bruciato la reputazione fino alla settima generazione), cause che durano decenni, cavilli utili ad assolvere oppure a condannare e requisitorie di chiara matrice politica.

L'ultima chicca è l'apertura di un'inchiesta giudiziaria per il morso di Suarez a Chiellini durante la partita Italia Uruguay.

E' fantastico, nessun popolo riesce a fare tutto questo e con tanta passione e fantasia.

Questo modo di essere ci vaccina contro le avversità della vita e ci fa superare i periodi difficili con spensieratezza. Come il presente che, nonostante persista già da molti anni, viene superato dagli italiani con una certa nonchalance e tanta speranza per il futuro.



3 réactions


  • paolo (---.---.---.166) 5 agosto 2014 11:45

    Impossibile non cogliere il senso ironico dell’articolo .
    Anche prendersi in giro è un segno di grandezza .L’ironia al servizio della verità .
    Peccato che queste nostre grandi doti non vengano apprezzate , anzi c’è chi le giudica male e che ci condanna .Pensa te . E si sono pure permessi di dire che il nostro è un "paese pig " . Ma come si permettono ?
    Che mondo ingrato !


  • (---.---.---.139) 5 agosto 2014 18:38

    Non La conosco e Lei sarà senz’altro una bravissima persona.
    Continuo però a non capire come mai si riesca a scrivere nomi e cognomi senza aver appprofondito un fico secco prima di "sentenziare" (mediaticamente s’intende). So che faccio male a stupirmi. Buona serata a Lei.
    Luigi Lusi


Lasciare un commento