giovedì 29 luglio 2010 - Trilussa

Se l’Italia deve importare i pomodori... dai Paesi Bassi

Esportiamo cervelli ed importiamo pomodori!
Quanto ancora dobbiamo scendere in basso?

La programmazione televisiva estiva anche quest’anno è una vera tragedia. Anche durante l’inverno a dire la verità si fa fatica a vedere trasmissioni non dico intelligenti ma almeno interessanti cercando di dribblare tutte quelle dove si parla tanto, si urla molto e si litiga a solo scopo di intrattenere. Sono trasmissioni di poco costo e di discreto ascolto, questo è il motivo del loro proliferare, ma sono programmi di semplice svago, così tanto per passare il tempo.

 

Sono trasmissioni soprattutto da giovani, da persone che hanno ancora molto tempo davanti a loro e si possono permettere di sprecarlo guardando queste cose un po’ inutili e qualche volta anche malformative (non nel senso comune del somatico, cioè fisico, ma mentale).

Chi invece non è più giovanissimo cerca qualcosa di più attraente come un bel film o una trasmissione interessante perché la pennichella televisiva è sempre in agguato, specie in questi dopocena un po’ più freschi dopo le sudate e le docce di questi infuocati giorni di estate africana.

Il giovedì c’è forse la trasmissione più interessante che la Rai ci regala ogni estate che è Quark.

E’ una trasmissione veramente intelligente, una trasmissione ben fatta perché riesce in maniera semplice a fare informazione e cultura divertendo, una rarità nel mondo televisivo dove la cultura è offerta raramente, molto spesso in seconda serata, e quasi sempre senza quel contorno di idee e fantasia tale da renderla accettabile e gradevole anche ad un pubblico di non appassionati. Una cosa riservata spesso solo a pochi intimi. Da questo poi la scarsa audience ed un inserimento sempre più marginale nel palinsesto di tutti i canali televisivi, compreso quelli nazionali che, oltre alle informazioni e all’intrattenimento, dovrebbero avere anche lo scopo di elevare il livello culturale del paese (sceso oramai a livelli preoccupanti).

Comunque Quark è veramente piacevole con molti servizi curiosi ed educativi.

Talvolta anche sconvolgenti come quello di giovedì scorso quando un servizio dall’Olanda ci ha fatto sapere che il nostro paese, quello del sole e del mare, è capace di importare ogni anno dai Paesi Bassi nientemeno che 40.000 tonnellate di pomodori freschi!

Un sito Internet ci informa che “fino alla 32ma settimana del 2009, i Paesi Bassi hanno esportato 452 milioni di kg di pomodori, pari ad un incremento dell’8,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tra tutti i principali mercati di vendita, soltanto la Russia ha acquistato meno. Fra i maggiori importatori Germania, Gran Bretagna e Italia!”

Quei bei pomodori rossi e tondi che si trovano nei supermercati e che pensavamo provenissero dal nostro Sud assolato, cresciuti sulle rive odorose del Mediterraneo, pare invece che arrivino in massa dal freddo mare del Nord, prodotti in spettacolari e avanzatissime serre olandesi. Serre dove il pallido sole olandese viene rinforzato con lampade di luci di vari colori frutto di lunghi studi, la mite temperatura rinvigorita da termosifoni lineari su cui corrono i carrelli raccoglitori, la copertura contro le fredde notti fatta con materiali plastici capaci di avere il massimo rendimento in base all’incidenza dei raggi solari.

Non è un agricoltura quella che stiamo descrivendo e che evidenziavano le immagini del servizio, è una vera e propria industria. Non sono agricoltori quelli ma veri imprenditori agricoli.

Un’industria con i monitor che controllano ogni fase di lavorazione, ogni variabile riguardo alla temperatura, all’umidità, perfino alla sofferenza delle piante nella produzione di clorofilla, alla lotta biologica con la ricerca degli insetti più adatti (i prodotti chimici vengono usati già oggi con estrema parsimonia con la prospettiva della loro cancellazione completa nei prossimi anni).

Ma il gusto direte subito voi, di pomodori prodotti in serra e con luce artificiale?

Ma gli olandesi non tralasciano nemmeno questo aspetto ed una quantità di assaggiatori (inquadrati dalle telecamere del servizio), prevalentemente donne, in piccoli cubicoli illuminati da una luce rossa (per non essere influenzate dal colore del pomodoro) vengono filmati alle prese con l’assaggio del pomodoro per poi e riempire le schede per ciascun prodotto alla ricerca del migliore.

Un servizio interessante e allo stesso tempo disarmante.

Disarmante perché subito il pensiero corre al nostro amato paese e ci si domanda come si possa sprecare in così malo modo tutte le migliori caratteristiche della nostra penisola.

Da quelle paesaggistiche sempre a rischio cemento al nostro patrimonio artistico e culturale mai sufficientemente valorizzato fino a scoprire, con grande stupore, che anche le nostre caratteristiche climatiche, già non sfruttate a dovere nel ricavare energia da una fonte inesauribile come il sole, non vengono utilizzate in un settore che ci dovrebbe vedere ai primi posti nel mondo.

La mancanza di imprenditorialità, l’età media avanzata dei nostri contadini (62 e rotti anni) non possono essere una scusante. Avremo fior di imprenditori e fior di idee se solo ci fosse una politica a favore degli agricoltori e soprattutto dell’Agricoltura, ormai agonizzante e lasciata morire soffocata dalla grande distribuzione. Se ci sono alcune iniziative (Gruppi di acquisto solidale, idee e prodotti a chilometri zero, lotta contro i confezionamenti impropri delle merci) le vediamo partire dal basso, dagli stessi cittadini, nella più assoluta indifferenza delle Istituzioni impegnate sempre in ben altre beghe.

E’ che siamo guidati politicamente da una classe politica incompetente e inconcludente, senza grosse distinzioni di appartenenza, che fa impantanare tutte le decisioni, anche le più sagge ed importanti per il Paese, in una burocrazia politica asfissiante e che pensa sempre e solo alla propria difesa e alla propria autoriproduzione.

Il valore del suolo, dopo anni di abusi edilizi e condoni, è ormai legato, anche nelle menti degli amministratori pubblici, al suo valore commerciale in termini di edificabilità pubblica e privata.

Un terreno semplicemente coltivato appare come un terreno degradato e senza valore, un terreno morto, inutile e solo rendendolo edificabile diventa utile alla collettività perché si trasforma in moneta sonante attraverso gli oneri di urbanizzazione. 

Una visione distorta, un arretramento culturale oltre che una necessità contabile, che fa compiere scelte a volte irreparabili, che sta trasformando completamente i luoghi e sta facendo perdere molte occasioni di crescita in settori dove il nostro paese potrebbe essere all’avanguardia, come quello del paesaggio, delle energie alternative, del turismo, dei beni archeologici e dell’agricoltura.



1 réactions


  • Renzo Riva Renzo Riva (---.---.---.153) 31 luglio 2010 01:31

    dove il nostro paese potrebbe essere all’avanguardia, come quello del paesaggio, delle energie alternative, del turismo, dei beni archeologici e dell’agricoltura.


    Come medico parli pure di medicina ma lasci argomenti di cui dimostra solo il suo approccio ideologico come per le ENERGIE ALTERNATIVE e che alternative non sono.

    Renzo Riva
    +39.349.3464656

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