giovedì 8 giugno 2017 - Phastidio

Santander rileva Banco Popular | La BRRD esiste e lotta assieme a noi. Dalla Spagna

In Spagna, il Banco Santander rileva Banco Popular, la banca in dissesto per la quale ieri la supervisione della Bce aveva segnalato il rischio di non essere in grado di far fronte ai propri impegni, a causa del deterioramento delle condizioni di liquidità. Questa è una delle tre condizioni che determinano la necessità di risoluzione di una banca, come definite dalla normativa europea.

 Le altre condizioni sono che la risoluzione sia necessaria, nell’interesse pubblico (effetti sistemici e di stabilità), e che non vi sia prospettiva di evitare il fallimento entro un “ragionevole arco temporale” attraverso il ricorso ad azioni di supervisione o misure alternative del settore privato.

Di conseguenza, avendo verificato che la liquidazione di Banco Popular non avrebbe risposto alle esigenze di stabilità del sistema, è scattata la risoluzione. Che ha determinato, grazie alla presenza di un compratore, Santander, il preventivo azzeramento di azionisti e obbligazionisti subordinati della classe Additional Tier 1, o Co.Co bonds, e la conversione in azioni delle obbligazioni subordinate Tier2. Ma attenzione: le azioni rivenienti da questa conversione saranno a loro volta spazzate via, prima della ricapitalizzazione da parte del Santander. Questa azione serve a colmare il buco nella banca risolta, prima di disporne il trasferimento all’acquirente. Il costo per azionisti e obbligazionisti subordinati sarà di 3,3 miliardi di euro.

Quindi, nel caso di Banco Popular abbiamo avuto una applicazione pratica del meccanismo di risoluzione, innescato dal pronunciamento della vigilanza della Bce che attiva il Single Resolution Board per le determinazioni del caso. La presenza di un compratore privato come Santander è stato il tassello decisivo alla procedura, che comunque ha funzionato in modo molto pulito e rapido. Ora Santander, dopo aver rilevato per un euro Banco Popular, attuerà un aumento di capitale per 7 miliardi di euro, per compensare svalutazioni al portafoglio immobiliare di Popular stimate in 7,2 miliardi di euro su un totale di 7,9 previsti. L’acquisizione, secondo il piano industriale, sarà accrescitiva degli utili per azione a partire dal 2019. Dal 2020 sono previste sinergie per 500 milioni annui.

Tutti quelli che strepitano di impraticabilità della direttiva BRRD sono stati serviti. Ovviamente, ora avremo il concerto di frignoni a dire che il caso italiano è differente, che abbiamo peculiarità, e quant’altro. Può essere. Di certo, avere in casa un player globale e sano come il Santander ha facilitato enormemente il lavoro delle autorità europee. Da noi ci sarebbero la sanissima Intesa Sanpaolo e la risanata Unicredit, ma viste le quantità industriali di denaro gettate in Atlante, le due banche hanno azionato lo stop loss, e i loro capi (Carlo Messina) ora preferiscono decisamente la strada di invitare il governo a sbattere i pugnetti e pestare i piedini a Bruxelles e Francoforte. Ognuno ha il sistema paese che si merita, e che gli infligge i danni conseguenti.

E tuttavia, sarebbe utile ricordare un paio di altre cose: la prima, che dopo la risoluzione della banca è sempre possibile che arrivi un compratore estero, se non ci sono soggetti domestici in grado di rilevare la banca risolta. La seconda, che l’Italia ha tale e tanta debolezza nella gestione delle crisi bancarie che la Ue si è fatta commuovere dal piagnisteo del governo italiano ed è partita dal tetto anziché dalle fondamenta, concedendo cioè all’Italia di fornire liquidità a banche che in realtà sono a rischio insolvenza, come le venete. Della serie, “il medico pietoso fa la piaga purulenta”. Che poi ora si debba pure sentire Padoan che dice “le banche venete non sono in dissesto perché sono liquide”, farebbe ridere se non ci fosse da piangere.

Non esiste modo di lasciare intatti tutti i creditori, in una procedura di risoluzione. Questo è ciò che gli italiani si ostinano a non capire, preconizzando le cavallette ed il sacrificio del primogenito maschio se dovesse arrivare il bail-in sulle venete. In questo modo, l’estrema debolezza del sistema-paese porta a misure che non fanno che ampliarne il contagio e la fragilità sistemica, magari organizzando sceneggiate tipo mandare avanti l’a.d. di una banca in dissesto a confondere risoluzione per liquidazione, e vedere di nascosto l’effetto che fa. Spiacenti ma, per quanto ci riguarda, chi ha fatto un errore di questo tipo, mantenuto per quattro giorni, non può né deve restare al suo posto.

In chiusura, segnaliamo l’ennesima perla prodotta dal rapporto estremamente conflittuale con la realtà da parte dei media italiani. La produce Federico Fubini sul Corriere, inventandosi una “ordinata liquidazione” delle due venete in modalità Mulino Bianco, in cui cioè, secondo la sua personalissima lettura delle norme europee,

 

«Non sembrerebbe previsto un bail-in, dunque non verrebbero imposte perdite a chi detiene obbligazioni ordinarie né ai depositanti; ne subirebbero invece i detentori di titoli subordinati, i bond con rischi e rendimenti più alti, ma per loro il governo italiano punterebbe a rimborsi come avverrà per i creditori del Monte dei Paschi. La liquidazione ordinata “significa che non può essere intrapresa alcuna nuova attività”, indica la comunicazione Ue, ma solo “l’esecuzione delle attività esistenti”. In questo scenario le due banche riceverebbero aiuti pubblici solo per portare fino a scadenza o vendere le posizioni già aperte. Non potrebbero fare altro»

Fubini ignora che la “ordinata liquidazione” ha comunque in premessa l’ovvia esistenza di uno sbilancio tra attivo e passivo patrimoniale della banca liquidata, e che quel gap verrà colmato colpendo gli strumenti dei creditori, tutti. Quindi, dire che gli obbligazionisti ordinari ed i depositanti sarebbero salvi è una assoluta castroneria. Senza contare che la liquidazione implica (questa volta davvero, non come aveva confuso Viola) il richiamo a vista degli affidamenti, che sono parte del realizzo dell’attivo della banca in liquidazione da cui poi si produrrà l’eventuale rimborso dei creditori, secondo le priorità note. Dove diavolo sta scritto che l’attivo liquidato sarebbe capiente a rifondere integralmente depositanti ed obbligazionisti senior? Il consiglio resta sempre quello: non scrivete né parlate di argomenti che non padroneggiate. Così eviterete di dire che in natura esiste una cosa chiamata liquidazione che tutela alcuni creditori.

(Foto: Peter Clayton/Wikimedia Commons)




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