lunedì 26 settembre 2016 - Francesco Grano

(Ri)unire insieme i pezzi di una vita in frantumi: "Demolition – Amare e vivere"

Davis Mitchell (Jake Gyllenhaal) è un talentuoso giovane broker che lavora nella società finanziaria del suocero Paul Eastwood (Chris Cooper). La vita di Davis viene completamente stravolta quando, a causa di un incidente stradale, sua moglie Julia (Heather Lind) perde la vita. Reagendo con distacco e freddezza alla perdita della consorte, Davis si ritira sempre più in un mondo tutto suo, arrivando perfino a scrivere delle lettere di reclamo a una società di distributori automatici. Missive, queste, in cui Davis racconta il suo lutto e aneddoti della sua vita, che colpiscono profondamente Karen Moreno (Naomi Watts), l’addetta al servizio clienti della ditta. Dopo uno scambio di telefonate, Karen e Davis si conoscono di persona. Lentamente, conoscendo meglio Karen e grazie all’aiuto di Chris (Judah Lewis) il figlio di quest’ultima, Davis inizia a riappropriarsi della sua vita, capendo cosa sia veramente importante.

A distanza di tre anni da Dallas Buyers Club (id., 2013) biopic premiato con tre meritatissimi premi Oscar, ed a due anni dall’altro film biografico sulla vita di Cheryl Strayed Wild (id., 2014), torna al cinema il regista canadese Jean-Marc Vallée con Demolition – Amare e vivere (Demolition, 2015). L’ultimo lavoro di Vallée si presenta in tutta la sua carica drammatica fin dai primi minuti: Demolition è – infatti – la storia di un uomo travolto dal corso degli eventi, durante i quali in una manciata di secondi perde ciò che credeva più caro, sua moglie. Davis rimane illeso miracolosamente ma a cadere in pezzi è la sua vita, che scivola pian piano in una realtà fatta di apatia e indifferenza. Quasi come una sorta di automa, l’agente finanziario attraversa strade, entra in edifici, interagisce con persone e colleghi senza tuttavia provare stimoli o interesse per tutto quello che gli sta intorno.

Ciò di cui soffre il protagonista di Demolition è una sorta di intorpidimento, di freddezza e mascheramento delle emozioni, celate in fondo al cuore e dietro una spessa corazza sociale autoimposta. La divisione improvvisa, il lutto mai veramente metabolizzato e compreso in pieno offre a Davis la possibilità di riflettere su quello che era il suo rapporto coniugale, fatto di parole non dette, segreti devastanti e sentimenti (forse) non proprio tali. È l’incontro fortuito – passaggio chiave di molta filmografia di genere – che permette al vedovo di carpire l’essenza dell’esistenza: Davis e Karen sono due esseri speculari, limitrofi nella sfera del dolore più intimo e nascosto senza, tuttavia, lasciarsi piegare o spezzare dalle amarezze del destino. La neo carica vitale, il risveglio dal torpore esistenziale inizia grazie al supporto di Karen e agli insegnamenti del figlio quindicenne Chris. Il trio principale di protagonisti di Demolition – Amare e vivere è un microcosmo a se stante, separato dalla realtà in cui, ancora, non sono riusciti a trovare il loro posto ed a individuare la loro stessa personalità.

Personalità e posto nel mondo che, a volte, vengono individuati dopo aver attraversato il dolore in ogni sua singola sfaccettatura, vivendolo in prima persona e sulla pelle. È solo così che si riesce a capire di quanto sia importante essere ancora vivi, nonostante la mancanza, l’addio di quella parte di noi stessi idealizzata in un’altra persona da sé. Davis fa tabula rasa del suo passato coniugale, facendo a pezzi, demolendo – letteralmente – tutto ciò che è rimasto in piedi, beni materiali legati indissolubilmente ai momenti di una vita vissuta – nel bene o nel male – insieme ma che, senza dubbio alcuno, oltre ai ricordi non potranno mai riconsegnare indietro ciò che è andato perduto.

Demolition – Amare e vivere è il cammino di un uomo che prende coscienza dei suoi sentimenti grazie ai quali e solo dopo aver dato sfogo alle emozioni taciute, riesce a (ri)unire insieme i pezzi di una vita in frantumi, di un’esistenza fatta di amore mai professato pienamente ma silenziosamente presente nei piccoli gesti della vita quotidiana. Diretto con piglio asciutto e sicuro, facendo ricorso a brevi scene oniriche e sorretto dal mostro sacro Jake Gyllenhaal (tornato ad essere tale dopo la non proprio convincente performance di Southpaw – L’ultima sfida) e dalle ottime interpretazioni di Naomi Watts e del giovanissimo Judah Lewis, Demolition – Amare e vivere di Jean-Marc Vallée è un commovente dramma esistenziale, che aiuta a riflettere sulla mancata elaborazione del lutto e di come nella vita non si debba scegliere se amare o vivere ma amare e vivere contemporaneamente, poiché si ama per vivere e si vive per amare.



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