Renzi vs Ue: battere i pugni sul tavolo è una stupidaggine
Renzi ha più volte in questi giorni attaccato l ’Europa, la sua politica dell’austerità, denunciato il suo fallimento perché ha frenato la crescita. Ha denunciato l’assenza di una gestione equilibrata dei flussi migratori, di una politica europea dell’immigrazione, e delle risorse ad essa destinate.
Ha denunciato il paradosso dei muri europei costruiti con i contributi finanziari alla UE del nostro Paese, su cui grave in gran parte il peso dell’ondata migratoria, del salvataggio e dell’accoglienza dei migranti.
Vuole cambiare il Patto di stabilità e crescita e il Fiscal Compact. Batte i pugni sul tavolo, il presidente.
Vuole cambiare la politica della UE dell’immigrazione. Batte i pugni, convinto, che questo basta a far cambiare linea politica alla UE. Stupidaggini!
Le persone possono essere sensibili ai pugni sul tavolo, non gli stati.
Gli stati guardano agli interessi, all'affidabilità, all’autorevolezza, alla coerenza dell’interlocutore, e alla sua forza politica in Europa.
Non serve a niente alzare la voce. Se Renzi si limita ad alzare la voce, abbaia al deserto.
Non servono le parole, servono i fatti, e i fatti sono le alleanze con quelli che condividono le nostre posizioni, e le iniziative che incidono sugli interessi della controparte, per arrecargli danno, o vantaggio.
Quali alleanze Renzi ha realizzato per raggiungere i suoi obiettivi?
Quali iniziative ha realizzato a parte la minaccia del veto?
Quale affidabilità, può avere un politico, che pochi mesi fa, si è schierato contro la Grecia, in lotta contro l'austerità?
Quale affidabilità, può avere un politico che non è ancora riuscito a costruire nel suo Paese una politica dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti degna di questo nome?
Da solo un Renzi inaffidabile non va da nessuna parte.