martedì 1 agosto 2017 - Aldo Giannuli

Regionali Sicilia: la battaglia potrebbe essere decisiva per la guerra delle politiche

Anche nel 2012 la Sicilia fece da battistrada alle politiche: il clamoroso successo del M5s a quelle regionali preparò al boom delle politiche. 

Questa volta la cosa è ancora più delicata sia perché, a differenza di 5 anni fa, il test è già atteso come anticipatore, sia perché qui ad aver bisogno assoluto di un successo sono in due: M5s e Berlusconi. Il M5s cerca la rivincita sulla cattiva performance delle amministrative di giugno e deve rilanciare la sua candidatura alla guida del paese a partire dalla Sicilia (Grillo, Casaleggio e Di Maio lo hanno detto esplicitamente nella manifestazione di proclamazione dei risultati per il candidato governatore della Sicilia, Cancelleri, al quale faccio, per inciso, i miei migliori auguri).

Ed anche il centro destra gioca qui la sua partita decisiva su due fronti: verso gli avversari del Pd e del M5s e, all’interno, verso il turbolento Salvini. Un successo della destra in Sicilia non significherebbe solo la conquista di una importante posizione di potere ed un formidabile laqncio propagandistico a 4-5 mesi dalle politiche, ma la certificazione del ritorno in serie A e il, simmetrico declino del Pd. E non c’è bisogno di dire quanto sarebbe importante nel ridimensionare la Lega e confermare la leadership berlusconiana sullo schieramento. Sono convinto che Salvini, in cuor suo, si auguri una sconfitta del centro destra siciliano, alla quale, però, non può dare alcun contributo perché ha pochissime truppe in Sicilia e può al massimo sperare di piazzare qualche suo uomo nell’Assemblea Regionale, magari attraverso la lista di Fi per reggere la commedia della Lega Nazionale.

Devo dire con dispiacere, che il Cavaliere ha diverse carte da giocare. In primo luogo tradizionalmente la Sicilia è stata un serbatoio di voti per Forza Italia (vi ricordate il 61 a zero del 2001?), vero è che 5 anni fa ebbe un tracollo che consegnò la regione al Pd, ma eravamo nella scia dei “sindaci arancione” ed il centro destra veniva dai disastri combinati prima da Cuffaro e poi da Lombardo. Ora, invece, veniamo dai disastri combinati da Crocetta, e con un Pd allo sbando (tanto che nessuno vuol fare il candidato governatore per il Pd). Certamente il M5s ha buone carte da giocare, avendo già avuto un notevole successo alle regionali precedenti (anche se a Palermo, a giugno, non è andata benissimo), il problema è capire che farà l’elettorato del Pd e quello centrista. Certo si vota in un solo turno, ma bisogna vedere se funzionerà il richiamo al voto utile per Fi, in una competizione che vede il Pd perdente dal primo momento.

Poi, particolare non trascurabile, in Sicilia c’è una grande forza organizzata che già in passato ha fatto diversi favori a quello schieramento.

Vero è che non tutto è poi filato liscio (vi ricordate del povero Fragalà?), però il tempo passa e i vecchi amori possono sempre rifiorire.

Dunque una partita difficile e pericolosa, comunque se non decisiva, sicuramente pregiudizievole per il voto successivo.

Aldo Giannuli




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