venerdì 25 novembre 2016 - Aldo Giannuli

Referendum Costituzionale | La campagna del Si e la vocazione totalitaria del Pd

Sul merito di questa riforma si è detto sottolineandone gli aspetti autoritari, le incongruenze, gli errori tecnici e le brutture varie, ma il peggio di questa squallida vicenda della riforma costituzionale, più ancora che il suo merito, è il modo con cui è stata varata e con il quale viene difesa nella campagna referendaria.

Il peccato di origine sta nell’approvazione da parte di un solo partito che disponeva di una maggioranza fittizia, prodotta da una legge già dichiarata incostituzionale e con la copertura di un Presidente che ha dato una interpretazione troppo disinvolta dei suoi obblighi di fedeltà alla Costituzione vigente.

Il Pd si è arrogato il potere di fare le regole per tutti grazie ad un atto di forza ed ha imposto, letteralmente imposto, delle regole decise solo da esso, al di là delle considerazioni giuridico-formali sulla legittimità ad operare in materia costituzionale di un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale, sul piano politico sostanziale questo è un atto delinquenziale che distrugge il patto comune.

Ora cerca di sanare tutto questo con un referendum-plebiscito condotto con ogni scorrettezza possibile: la Rai è stata occupata dal Si ed in particolare dal Presidente del Consiglio che si è installato nei suoi studi. Si fa costantemente del terrorismo psicologico inventando le catastrofi più strampalate se vincesse il NO, giungendo ad affermare che se ciò accadesse, l’Italia uscirebbe dall’Euro (sono un sostenitore della fine dell’Euro, ma cosa c’entra con il referendum e sulla base di quale nesso logico si sostiene una cosa del genere?).

Anzicché respingerle a tutela dell’indipendenza nazionale, ci si avvale di ogni interferenza straniera di Capi di Stato e di Governi neppure appartenenti alla Ue, di stampa e di Banche. Si definisce “marmaglia” tutto il fronte delle opposizioni, a conferma del carattere impositivo e di regime di questa riforma.

Ed a tutto questo si aggiunge la ciliegina del voto di scambio confessatamente organizzato dal presidente di una popolosa regione. Mancano solo i brogli nel voto, ma siamo ancora in tempo a vederli.

Il Pd sta dando prova di una vocazione totalitaria che non sfocia in una aperta dittatura solo perché le condizioni storiche non lo consentono.

Ormai mancano circa 10 giorni alla fine di questa bruttissima campagna referendaria, ricca di insulti, che ha scavato trincee di odio che non si colmeranno il 5 dicembre, nella quale entrambi gli schieramenti hanno assunto “il viso dell’arme” senza concedere nulla all’avversario (ed ammetto di aver fatto anche io molte concessioni alla logica dello scontro senza mediazioni, quello che concepisce solo l’inimicizia assoluta). Ma questo è il frutto inevitabile di quello che c’era dietro: non si mette mano al patto comune in questo modo oltraggioso per la democrazia.

Stroncare la riforma con un secco no è una prima misura a difesa della democrazia. Prima ma non ultima: dopo occorrerà fare i conti con questo tentato colpo di mano e non saranno conti leggeri.



3 réactions


  • vittorio3 (---.---.---.189) 25 novembre 2016 18:04

    I partigiani del NO fanno giustamente osservare che la riforma proposta non è stata abbastanza condivisa .

    Infatti deve ora essere sottoposta al referendum confermativo del 4 dicembre poiché non è stata approvata dai 2/3 dei membri delle Camere ma solo dal 57% del Parlamento e 56% del Senato.

    I più accesi fautori del NO, Fassina dell’estrema sinistra e Meloni dell’estrema destra, si candidano a scrivere una loro proposta certi che sarà così saggia, giusta e condivisibile da essere agevolmente approvata, non solo dai 2/3 dei deputati, ma anche dai 2/3 più 1 del Senato (315 + 5 senatori a vita = 320 x 2/3 = 213 +1 = 214).

    Che sarà mai infatti affiancare ai voti dei senatori di Sinistra Italiana e SEL (10) e a quelli di Fratelli d’Italia (zero) tutti quelli, ovviamente senza franchi tiratori, del PD (113), di F.I. e PdL (cioè i 42 di Romani, Gasparri, ecc.), di Lega Nord (i 12 di Calderoli & co.)  nonché quelli dei senatori tutti del Mov. 5 Stelle (35) ? A questi 212 senatori, concordemente ammaliati da questa nuova proposta, si uniranno entusiasticamente i due senatori a vita Napolitano e Monti ... e saremo a cavallo !

    Semplice no ? E allora buttiamo subito a mare la “riforma Boschi” non fosse altro per non perdere l’occasione di avere fra poco quella “Meloni-Fassina”


    • Roberto (---.---.---.22) 25 novembre 2016 19:54

      Questi si che sono argomenti convincenti! Mica pizza e fichi.

      Perciò, votate e fate votare "SI". Quando vi ricapita un’altra occasione così!

      E anche Voi un giorno potrete raccontare con orgoglio ai vostri nipotini riuniti intorno al caminetto ad ascoltarVi: "C’ero anch’Io, ed abbiamo cambiato la Costituzione!".


  • pv21 (---.---.---.82) 27 novembre 2016 12:45

    MANIPOL-landia >

    Dopo gufi, leoni e scrofe manca davvero poco per assistere ad un referendum da tenere allo zoo.

    Da una parte vedremmo una “accozzaglia” di nostalgici inquietanti rapaci, sempre contrariati e “profeti del No”.


    Dall’altra un variegato “serraglio” di protervi quadrupedi, tenaci fautori del Si e del “basta cambiare”.

    QUELLI che ai contenuti di merito preferiscono il fascino di metafore di facile presa del tipo “purché si cambi non importa il come”.

    QUELLI che soffiano sulle ansie di chi “rabbrividisce” al solo pensiero che con il No si ricominci tutto da capo. E a valle di anni di cotanta crisi nulla può suonare meglio del cogliere “l’ultima occasione” per una “nuova stagione”. da vivere all’insegna del semplice, facile e veloce.


    Per contro.

    Resta il fatto che in ballo c’è la scelta “definitiva” di una modifica della Costituzione.

    In palio non è il vessillo da conferire al “manipolo” che fa più fragore, rullando con i suoi tamburi.

    Il FUTURO dello stile e del tenore di vita di un intero paese non può dipendere da chi “la racconta meglio”. Dipende dalla proposta di chiare e affidabili soluzioni sul “cosa e come fare”.


    NEL DUBBIO non vale mai la pena rischiare. La vera chiave di volta è andare Avanti con Metodo


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