giovedì 8 dicembre 2016 - Camillo Pignata

Referendum Costituzionale | Dopo la vittoria del "no" le interferenze di Bruxelles

La rivolta della gente contro l’establishment finanziario, dei lavoratori e dell’economia reale contro le banche ha cambiato, e sta cambiando il panorama politico internazionale. Dopo la Brexit, la rinuncia di Hollande al secondo mandato presidenziale e la sconfitta di Renzi.

Cambiamenti inattesi, ma tutti a testimoniare la duplice esigenza, di rispetto della volontà popolare e di colmare lo steccato tra i bisogni reali delle persone e la politica dell’austerity gestita dalla burocrazia e comandata dalla finanza. E invece ancora una volta il popolo è stato lasciato solo in preda alle accuse, ai ricatti e alle offese di Bruxelles.

Le reazioni di Bruxelles al risultato referendario italiano erano attese. Ma più che reazioni sono state offese al popolo del “no”, interferenze nella nostra sovranità popolare, il solito ricatto.

Hanno fatto un identikit del governo, del leader che succederà a Renzi e del suo programma. Non erano auspici, ma diktat, imposizioni, mascherate da un linguaggio diplomatico piuttosto rozzo.

E’ stato esplicita la Merkel, per la quale "l'Italia deve continuare sulla strada cominciata da Renzi tre anni fa". Anche Gabriel, Ministro dell'Economia tedesco, ha detto la sua: "Riteniamo che l'onda delle riforme non si sia conclusa ieri sera".

Mentre il portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas, ha dichiarato che l'esito referendario ha ulteriormente destabilizzato il già pericolante progetto dell’Unione europea E a chiarire ciò che pensa Bruxelles della democrazia, delle elezioni, della volontà del popolo è intervenuto Jean-Claude Juncker, che ha bollato come irresponsabili, gli elettori italiani che hanno votato “no”, e ha messo in discussione il loro buon senso.

E per finire, l’immancabile ricatto dell'Ue: "Servono pesanti misure aggiuntive”. Se l'Italia non continua sulla strada cominciata da Renzi tre anni fa, "allora il voto del referendum in Italia diventa una minaccia alla stabilità finanziaria dell'Ue, che determinerà per l’esecutivo europeo, la necessità di controllare con rigore, le misure richieste al nostro Paese. 

C’era da aspettarselo, la commissione, l'eurogruppo che hanno interferito e minacciato, durante la campagna referendaria, interferiscono e minacciano dopo il voto. 

Interferiscono, offendono, ricattano quelli di Bruxelles, ma la politica e la stampa italiana tacciono. Perché si permette tutto questo?

Dove stanno il governo, l'opposizione i comitati del no, la stampa , e tutti quelli che si sono battuti per il no? Sono troppo impegnati combattere con le pensioni, le candidature dei parlamentari, con le leggi elettorali più adatte ad assicurare la vittoria?

Un governo serio avrebbe convocato l'ambasciatore tedesco. Una stampa libera, con la schiena diritta, avrebbe fatto sentire la sua voce. E invece niente di tutto questo, zitti, muti, come cani bastonati.

Il popolo si è pronunciato, merita rispetto da parte di tutti ,e allora che cosa aspettano a far capire che la volontà popolare è sacra ,e non può essere alla mercé di quattro banchieri?




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