mercoledì 11 gennaio 2017 - M.Hamzehian

Rafsanjani: uno dei fondatori del terrore in Iran

La morte di Alì Akbar Hashemi Rafsanjani, l'uomo forte della Repubblica Islamica dell'Iran.

L’ayatollah Alì Khamenei, il capo supremo del giureconsulto dell’Iran, ha inviato un messaggio alla Nazione dicendo di “aver perso colui che ha combattuto e lo ha accompagnato nella lotta”. L’ayatollah (segno di Dio), Alì Akbar Hashemi Rafssanjani, uno dei due pilastri del regime di Teheran è deceduto (da verificare se sia morto oppure sia stato ucciso, come suggerirebbe la dichiarazione del figlio primogenito subito dopo la morte del padre).

Eminenza grigia (detto "squalo" per la sua barbetta), l’uomo forte, professionista della politica della sharia di turno, con cenni di modernità (anche nelle uccisioni degli oppositori al regime), è stato presente da protagonista in moltissimi cambiamenti fondamentali dopo il tradimento della rivoluzione antimonarchica persiana. I ruoli che ha avuto nella nomenclatura del regime sono: Presidente del parlamento, comandante capo delle forze armate, per due legislature Presidente della Repubblica, Presidente dell’assemblea degli esperti, Presidente dell’assemblea per il discernimento (organismo importantissimo che media tra il parlamento e il consiglio dei guardiani nella risoluzione dei conflitti), infine uno degli uomini più ricchi dell’Iran ed imprenditore che per raggiungere la sua posizione sociale non ha risparmiato vite umane.

Durante la sua presidenza furono avviate alcune riforme economiche, senza successo, per ridurre il potere delle fondazioni (innumerevoli organizzazioni caritevoli che hanno potere diretto su milioni di elettori iraniani, che sostengono i loro candidati in ogni turno elettorale sia di carattere locale che nazionale). In realtà lo squalo ha sempre mirato al decentramento del potere economico per due motivi: ridurre la capacità di voto delle fondazioni e monopolizzare il suo potere economico sulla scala nazionale.

Il suo nome è famoso alla magistratura a livello internazionale con il mandato di cattura dal 2006, da parte di magistrati argentini: veniva indicato come mandante della strage degli innocenti nel centro ebraico di Buenos Aires in data 18.07.1994. Sulla sua coscienza pesano le sorti di oltre 5000 famigliari dei prigionieri massacrati nell’estate 1988 e altre uccisioni all’estero, tra queste il dottor Ghassemlou, leader del Partito Democratico del Kurdistan.

Quali gli scenari sono possibili dopo la sua morte?

1. Indebolimento dell’attuale presidenza Ruohani;

2. Per l’anziano capo supremo, ayatollah Alì Khamenei (il sostituto più accreditato), diventa difficile la sua sostituzione con un altro pragmatico come Rafsanjani;

3. Il rafforzamento dell’ala integralista del regime, ed indebolimento del gabinetto di Ruohani;

4. Rafforzamento delle forze integraliste nell’assemblea degli esperti, nel consiglio di guardiani e nell’assemblea di discernimento;

5. Isolamento, ed eventuale prigionia, della figlia Faezeh Rafsanjani com’è accaduto al fratello già in carcere per corruzione (mentre decine e decine di personalità politiche vivono, serenamente, con condanne definitive e libere da ogni persecuzione giudiziaria);

6. L’organizzazione dei pasdaran (non solo come organismo politico paramilitare), da sempre vincitrice assoluta degli appalti miliardari in Iran, si rivarrà contro i pseudo riformisti, con probabili mandati di cattura per loro, come avvenne nel 2009, quando venne imprigionato l’intero apparato dei riformisti rei confessi pubblicamente (in seguito alle torture subite), poi condannati ad anni di prigionia. Non ci dimentichiamo che Mussavi e Karrubi sono ancora agli arresti domiciliari, dopo i brogli elettorali, dal 2009;

7. I fondamentalisti e gli integralisti, in futuro, faranno di tutto per vincere le elezioni (ovviamente l’arma vincente in Iran sono i brogli elettorali, così fu anche durante il periodo della dinastia di Pahlavi; basti pensare che l’ayatollah Janati, suocero di Ahmadinejad ed allora il presidente del consiglio dei guardiani, aveva dichiarato il genero vincitore, ad urne ancora aperte);

8. La morte (o il presunto omicidio) del vecchio squalo, per i fondamentalisti e per gli integralisti è una manna dal cielo per proseguire la tutela dei loro interessi senza rivali nelle istituzioni religiose, con nulla osta da parte dell’ayatollah Alì Khamenei;

9. Indebolimento delle proteste dei prigionieri politici e divieto assoluto di manifestare dei famigliari davanti alle carceri in Iran, ed in particolare davanti alle carceri di Evin e Gohardasht.

10. Saremo testimoni a dei funerali come se fosse mancato il Padrino: vi sarà la dolente ed ipocrita presenza di nemici giurati di Rafsanjani, mentre si sta preparando la resa dei conti contro il pensiero pragmatico del penultimo pilastro del regime della Repubblica Islamica dell’Iran. 




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