venerdì 7 ottobre 2016 - Camillo Pignata

Pubblicità e promoter: la violenza del capitale entra nelle nostre case

L’arroganza del capitale non ha limiti, è delirio di onnipotenza e senso di impunità inarrestabile nella fabbrica e fuori la fabbrica, che abbatte tutti i muri anche quelli delle nostre case e della nostra intimità.

Entra in casa il capitale a violare la nostra privacy, il desiderio di stare tranquillo ,senza essere disturbato in casa nostra, il desiderio di dormire, senza essere svegliato da una telefonata che ti propone un abbonamento a luce e gas.

Il tutto con arroganza che non si ferma di fronte a niente, anche al rifiuto dell’offerta, che quando si verifica, provoca la reazione stizzita dell'addetto, che si esprime con improperi e talvolta, con un bel vaffanculo .

E’ una violenza subdola che ti lascia disarmato e senza possibilità di reazione, perché si esprime attraverso un povero ragazzo che ha bisogno di lavorare e che obbedisce agli ordini di un’impresa senza scrupoli, sotto la tagliola di un licenziamento. Deve portare a casa un certo numero abbonamenti, altrimenti resta senza lavoro e la miseria di un salario con cui a stento riesce a vivere.

È ancora legittimo il desiderio di lavorare in pace, senza che il trillo del campanello di casa, ti distolga dai tuoi impegni e dalla tua concentrazione?
E poi c’è la quotidianità della pubblicità che entra nelle nostre case, con l’inganno, con l’illusione di uno svago di un momento di distrazione che può regalarci una trasmissione televisiva. Ma poi il sogno diventa spot, dura realtà di una prepotenza, che non interrompe solo una emozione, ma ci impone modelli di vita e di costume. E cosi la pubblicità di un detersivo, scombussola la graduatoria dei nostri valori. Ci dice che il detersivo, è più importante dell’ascolto di un’opera lirica o della visione di un capolavoro di Leonardo. E accade sempre più spesso che la propaganda abbandoni i toni roboanti, l'immagine, si insinui in modo silente e subdolo nelle nostre menti. Sono i marchi dei prodotti che appaiono, in sovraimpressione, sempre più spesso, nei film o nelle fiction tv.

Sono gocce di violenza che entrano in noi, e poi all’improvviso esplodono in qualche gesto inconsulto di cui non si capisce la ragione.una violenza che ci rende violenti.

Perché si è giunti a tanto, perché tanta arroganza, tanta prepotenza, ma soprattutto perché tanto silenzio e tanta accondiscendenza? E' la forza dominante del capitale, che come una piovra allunga i suoi tentacoli, e ci stritola come politici, come lavoratori, come consumatori.

E noi zitti e muti, perché abbiamo perso lo scudo delle ideologie e dei valori, per inseguire il miraggio di un pragmatismo che gestisce l'esistente senza cambiarlo, e rincorre la realtà senza prevenirla, consolida la forza del capitale senza contrastarla.

 



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