sabato 4 agosto 2012 - Enrico Emilitri

Perché Fede (non Pellegrini) e Politica non si concilieranno mai

 

"Libera Chiesa in Libero Stato", citava Cavour riprendendo (com'è stato recentemente dimostrato) l'osservazione di un sacerdote vissuto qualche tempo prima.

Lasciando (perlomeno momentaneamente) da parte le osservazioni dello statista piemontese, desideriamo sotolineare come, riprendendo il titolo (con buona pace della nuotatrice azzurra, suo malgrado coinvolta nell'argomento, anche per via del suo cognome, che richiama chi si sottopone a prove a volte estreme pur di riaffermare - questo sì - la propria Fede), Religione e Politica siano effettivamente incompatibili tra loro.

Prima ancora dell'affermazione del Cristianesimo, Politica e Religione andavano, paradossalmente, a braccetto, anche perché gli antichi Pantheon rispecchiavano effettivamente il panorama della realtà oggettiva; lo stesso Olimpo greco era gerarchicamente strutturato quasi fosse l'immagine riflessa degli ordinamenti politici e sociali terrestri. Con l'avvento del Cristianesimo (e, in generale, delle grandi religioni cosiddette "monoteiste", che - come vedremo - tali non sono, o - perlomeno - lo sono solo in apparenza) questo discorso è venuto, perlomeno ufficialmente, a cadere, dato che tutto è stato ricondotto ad una sola ed unica divinità onnipotente e onnipresente.

Il problema è proprio questo: come può, pur con tutti i poteri e le facoltà possibili, una sola ed unica divinità provvedere a tutto e a tutti? Senza contare che specialmente nel Cristianesimo (principalmente nel Cattolicesimo) Dio viene definito "Uno e Trino", vale a dire Padre, Figlio e Spirito Santo; accanto a ciò appaiono altre figure che francamente lasciano perplessi, in primo luogo il Figlio, che viene solitamente identificato in Gesù Cristo, che - nell'accezione comune - "siede alla destra del Padre", per cui nella raffigurazioni tradizionali dovrebbe apparire alla sinistra dell'osservatore, quando paradossalmente appare, spesso e volentieri sul lato opposto, e ciò perché non si considera la specularità dell'immagine rispetto all'osservatore stesso (credente o meno), che considera solo ed unicamente il proprio punto d'osservazione, considerando offensivo (per non dire addirittura demoniaco!) il fatto contrario.

Quanto allo Spirito Santo, esso sarebbe disceso quando lo stesso Cristo venne battezzato (a proposito: ma essendo il Figlio di Dio, non avrebbe dovuto risultare già, di per sé, puro e mondo da ogni peccato e tentazione terrena?) da Giovanni (da allora detto "il Battista", o semplicemente Battista, cioè colui che battezza, peraltro cugino dello stesso Gesù e, come lui, destinato a finire male, e chi ha orecchi per intendere, intenda …). E porprio qui sta il problema: in che posizione dovrebbe esattamente trovarsi, nella Gerarchia Celeste, questo cosiddetto "Spirito Santo"? Tradizionalmente viene raffigurato in forma di colomba bianca al di sopra dello stesso Dio, ma se questi è al di sopra di tutto e di tutti, come fa ciò che dovrebbe essere una sua diretta emanazione stare al di sopra di lui? Tutto ciò ricorda il Fato della mitologia greca classica, che al di sopra degli Dei poneva il Fato (o destino), che rappresentava, a tutti gli effetti, la loro energia vitale, il che dimostra l'innesto del politeismo sulla nuova religione destinata (perlomeno in apparenza) a dominare il mondo e l'universo.

Non parliamo poi della Vergine Maria e san Giuseppe, premesso che il termine "vergine" nasce (com'è stato più volte dimostrato) da un equivoco, poiché il corrispondente termine aramaico significa sì "vergine", ma anche "fanciulla" e "donna" (evidentemente l'errore è stato intenzionale ed ideologico, dato che si voleva far coincidere, specie proprio nella donna, lo stato fisico con la purezza morale e spirituale). Dato che Gesù Cristo dovrebbe sedere alla destra di Dio Padre (quindi alla nostra sinistra), Maria dovrebbe trovarsi alla sua sinistra (dunque alla nostra destra), con Giuseppe (padre putativo, cioè nominale, dello stesso Gesù) alla sua sinistra (anche qui alla nostra destra, ma in posizione più defilata verso - appunto - la nostra sinistra).

Non parliamo poi della pletora di Angeli, Santi e Sante, martiri o meno. Ora, come si può definire "monoteista" una religione che annovera delle, di fatto, divinità ausiliarie e sussidiarie di ritorno? Non è un caso che sulla quasi totalità degli edifici di culto nessuna o quasi sia destinata solo ed unicamente a Dio, ma (ad iniziare dalla stessa San Pietro in Vaticano o San Giovanni in Laterano) sempre e comunque ad altre di cotali divinità (coem dire: si è fatto di tutto per liberarsi degli Dei per poi riammetterli sotto altra forma e sotto altro nome!).

Si aggiunga a ciò come, al pari di pressoché tutte le altre cose, ma anche a tutti o quasi le creature viventi e non esistenti nel mondo e nell'universo, pure la Politica (sì, proprio quella con la "P" maiuscola, intesa come Ars Politica, Scienza della Politica, Disciplina della Politica) dovrebbe (e sottolineo "dovrebbe") essere una delle maggiori e principali espressioni della volontà di Dio; il problema è che la Politica trae la sua origine e la sua principale fonte di ispirazione dalla realtà oggettiva e non dalla trascendenza di quest'ultima (tale contrasto di fondo è abilmente e realisticamente rappresentata nelle Stanze Vaticane da "La Scuola di Atene", dove Platone - che, a detta di molti, avrebbe il volto di Leonardo da Vinci - disputa con Aristotele - fatto rassomigliare, invece, a Michelangelo Buonarroti - da Raffaello Sanzio), e tutti sappiamo che, a conti fatti, la realtà oggettiva segue regole sue proprie, disinteressandosi in tal modo della medesima volontà divina.

Dimostrazione pratica è, per es., che una figura storicamente importante come il gen. Charles de Gaulle si dichiarava apertamente cattolico osservante e praticante. Ora, come può una persona che pratica una professione che lo pone in contrasto con il quinto comandamento ("Non uccidere!", e tutti sappiamo che i militari sono istruiti ed addestrati a combattere, uccidere e distruggere) a dichiararsi seguace di simile religione? E perché si dice "Non commettere atti impuri" e "Non desiderare la donna del tuo prossimo" (a proposito: e l'uomo del tuo prossimo? Non mi sembra che colpevoli di adulterio e cose simili siano solo ed unicamente le donne, a meno di non essere lesbiche più o meno dichiarate) quando nella realtà ciò avviene pressoché quotidianamente per non dire più volte nell'arco della giornata senza che ciò comporti conseguenze e provvedimenti ad hoc? E che dire di "Non rubare", "Non desiderare ciò che appartiene al tuo prossimo" e il "Non giurare il falso" se siamo pieni di processi che spesso si concludono in maniera diametralmente opposta alla logica? (e l'elenco potrebbe continuare, ma risparmiamo ai lettori di sorbirsi critiche ed osservazioni che potrebbero indurre conseguenze negative vuoi per loro che per chi scrive e/o pubblica)

Aggiungiamo poi come la Religione sia stata, spesso e volentieri, strumentalizzata non soltanto da chi la promuoveva e diffondeva e avrebbe (sic!) dovuto tutelarla, ma anche da coloro che, pur non avendo avuta ragione di perseguirne gli scopi o rifarsi necessariamente ad essa, l'hanno impiegata per ragioni esattamente opposte (si pensi al "Dieu Il Veut!" delle Crociate, il "Per Grazia di Dio e volontà della Nazione" tipico delle monarchie - soprattutto europee - ancora esistenti, il "Gott mit Uns" che accompagnò i tedeschi da Federico II il Grande di Prussia sino alla caduta del Terzo Reich, ecc.).

Tutto ciò dimostra, casomai ve ne fosse bisogno, perché - nonostante le apparenze - Politica e Religione non seguiranno mai la stessa strada, o - meglio - la Politica potrà sempre strumentalizzare la Religione a propiro piacimento, mentre la Religione non potrà mai realmente rendere virtuosa la Politica, proprio perché non riesce ad esserlo essa stessa e perché pur'essa è piena di contraddizioni.




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