venerdì 20 gennaio 2017 - Slow Revolution

Pedalare e lavorare a Milano. La decrescita felice di Guido

Dalle snervanti code in auto a benefiche pedalate in bici. La conversione verso al mobilità sostenibile di Guido Beccaria, agente di commercio 48enne, ha richiesto qualche anno, un po’ di sperimentazione e molta determinazione. 

Residente a Cusago, Guido percorre tutti i giorni i 4 km che lo dividono da Milano, dove lavora. Con un carico pesante nella valigetta piena di cataloghi, campionari e altri strumenti del mestiere, si muove freneticamente per il centro e la periferia a Sud Est della città per proporre i prodotti per ufficio. Un girovagare per le strade della madonnina che a fine giornata può arrivare a contare più di 25 appuntamenti e 50 km sul contachilometri dell’auto. E un accumulo di nervosismo e frustrazione nell’animo.

Una vita nel traffico

“Sveglia presto, salgo in auto verso Milano, pochi metri ed è già traffico. Procedo a passo d’uomo e raggiungere la centrale via Turati richiede oltre un’ora, che diventa un’ora e mezzo dopo la ricerca del parcheggio. Mi reco a piedi dai clienti del centro, prima di cambiare zona con la speranza di trovare presto uno spazio libero dove lasciare l’auto, ma è un’impresa in un municipio dove la maggior parte dei posteggi sono riservati ai residenti. Dopo anni di questa vita stressante sento la necessità di cambiare qualcosa, di disintossicarmi. Dallo stress del traffico e dalla contraddizione tra il mio comportamento e il mio pensiero. Amo la natura, pedalare nel Parco del Ticino a “caccia” di animali e di serenità. Ho un passato da Guardia Ecologica Volontaria e da sempre sostengo Greenpeace, ma ho abitudini inquinanti che, per altro, costano sempre di più ed erodono il mio reddito”.

La scusa per il cambiamento arriva con l’introduzione dell’Area C nel 2012, che inasprisce le regole per entrare in centro già previste dall’Ecopass e costringe Guido a effettuare un ulteriore esborso di 5 euro al giorno. Le spese diventano ingenti. Ai 200 euro di carburante, si aggiungono almeno altrettanti per il parcheggio e ora altri 110 euro per arrivare nella zona di lavoro durante i 22 giorni lavorativi mensili. Sono più di 500 euro al mese, esclusa la manutenzione dell’auto e altre spese succedanee, come bollo, assicurazione e revisione.

L’avventura con i mezzi pubblici

In un mondo dove la mobilità è basata sull’automobile come riuscirne a farne a meno? L’idea di Guido è di utilizzare i mezzi pubblici. I problemi sono due: trovare i collegamenti più adatti per raggiungere Milano e portarsi decine di cataloghi, campionari e altri materiale per oltre 30 chili di peso. Il primo ostacolo è superato con un attento studio dei mezzi disponibili e optando per il treno per poi muoversi nel capoluogo con metro, tram e bus. Il secondo razionalizzando il carico, eliminando il superfluo e acquistando un Zuca, un trolley professionale con rinforzi in alluminio per il trasporto. “Con una meticolosa organizzazione riesco a raggiungere il centro in 50 minuti, con un risparmio di 40 minuti rispetto all’uso dell’auto. Più evidente è il risparmio economico: grazie all’abbonamento mensile regionale prendo tutti i mezzi necessari spendendo poco più di 100 euro, quindi con un taglio dell’80% delle spese”. La soddisfazione per avere trovato una soluzione alternativa, economica e a basso impatto ambientale è tanta. Ma Guido non è ancora soddisfatto. La soluzione “pubblica” è più faticosa e complicata: i mezzi sono scomodi, spesso affollati, a volte troppo caldi o troppo freddi. E non sempre puntuali e precisi. Il trolley tecnico si rivela prezioso, ma comunque non può resistere più di tanto alle sollecitazioni di pavé e marciapiedi sconnessi di Milano costringendo Guido a sostituirlo con frequenza.

In sella alla Bicicapace

La vita del pendolare professionista è migliore di quella con l’auto, ma comunque ricca di problematiche. Guido inizia a pensare a un’alternativa. L’ideale sarebbe utilizzare una bicicletta, mezzo ecologico, economico e più versatile dei mezzi pubblici. Meglio se una cargo bike, magari con l’assistenza della pedalata per rendere più agevole il viaggio. Ma quale comprare? A chiarire i dubbi di Guido è Davide de La Stazione delle Biciclette, negozio specializzato nelle cargo bike. Con il denaro risparmiato in sei mesi di mezzi pubblici Guido acquista la Bicicapace con sistema a pedalata assistita della Sunstar. Un modello con robusto telaio ribassato, battistrada larghi e un comodo vano di carico anteriore dove riporre cataloghi e altri “arnesi” del mestiere. La manutenzione è ridotta, il cambio a tre rapporti adeguato ai percorsi pianeggianti, la luce a LED efficace per le pedalate serali e l’autonomia delle batterie sufficiente per coprire i 50 km massimi dell’itinerario quotidiano.

Non resta che scegliere il percorso per raggiungere Milano: andare ad Abbiategrasso e poi prendere la trafficata statale o passare da Gaggiano su un percorso di campagna per poi innescarsi su un ciclabile che porta quasi fino in centro. La seconda opzione è la preferita. La bici si rileva agile, anche se il peso sull’anteriore non consente grandi evoluzioni nel traffico. Ma gli effetti sugli spostamenti sono significativi: code e difficoltà di parcheggio sono un ricordo dell’era dell’auto, la scomodità e i ritardi appartengono alla memoria dei tempi di treni e bus. In 40 minuti Guido è a destinazione, 10 in meno rispetto ai mezzi pubblici quando tutto fila liscio. E a guadagnarci è il benessere fisico e mentale fornito dal pedalare e dal sentirsi finalmente in armonia con il proprio pensiero. A rafforzare lo spirito contribuisce il taglio dei costi: con meno di 10 euro al mese si ricaricano le batterie e per la manutenzione bastano poche decine di euro all’anno.

L’amore per la Load

La soluzione è quella giusta, ma si può ancora migliorare. La Bicicapace è al limite dell’autonomia necessaria per la giornata lavorativa e sul pavé è un po’ scomoda. Con i soldi messi da parte grazie alla riduzione delle spese di trasporto è possibile pensare a qualche investimento. L’intento si tramuta nell’acquisto di una nuova e-cargo bike, la Reise&Muller Load. Un modello da oltre 5.000 euro, ma con molti pregi: ampio vano di carico anteriore, baricentro basso, cambio a 10 velocità e sospensioni anteriore e posteriore che la rendono confortevole nei viaggi sul pavé. Di livello superiore è pure il kit elettrico Bosch, dotato di quattro livelli di assistenza e di un’erogazione del supporto alla pedalata più pronto e fluido. “Il primo giorno”, racconta Guido, “ho dovuto fare un po’ di pratica per imparare le giuste traiettorie per via del passo più lungo rispetto alla normali biciclette. Poi è stato puro piacere. Divertente, comoda, con freni a disco efficienti e lo specchietto che consente di fare i cambi di direzione senza voltarsi per controllare il sopraggiungere di un’auto. Lo consiglio a tutti. E poi ha un’autonomia di centinaia di chilometri anche a pieno carico che elimina il rischio di dover tornare a casa con la sola forza dei muscoli delle gambe come mi è capitato in passato. Un surplus di energia che a volte sfrutto selezionando il Turbo (la modalità di assistenza più intensa, ndr) quando ho fretta o sono stanco. La vera svolta, però, è l’arrivare dai clienti in uno stato decoroso grazie alla minore fatica, fattore apprezzato quando si giunge negli studi di avvocati o notai”.

Il diletto nel pedalare la Load è tale da indurre Guido ad avventurarsi la scorsa estate in una breve ciclo vacanza con tenda e bagagli al seguito. Parte da Milano e in quattro giorni arriva a Siena con tappe di 150 km che lo costringono al cambio di batterie quando da fare ci sono le salite come il Passo del Bracco o Colle Val d’Elsa.

Una Twizy per la pioggia

Per essere completa la decrescita felice di Guido ha bisogno di un ultimo tassello, quello necessario per migliorare il comfort durante i giorni di pioggia. “Pedalare con freddo, nebbia o buio non è un problema, mentre spostarsi quando piove o nevica è disagevole, anche perché aumentano i pericoli. Ho pensato, quindi, di investire in un mezzo che potesse fornirmi più comfort e sicurezza senza compromettere l’aspetto ecologico. La scelta è caduta sulla Renault Twizy Cargo, un quadriciclo elettrico con un grande vano dietro il sedile. La carrozzeria aperta ai lati non ripara del tutto dalle intemperie, ma con l’abbigliamento giusto sto bene. Per arrivare in centro impiego lo stesso tempo dell’auto, ma non ho il problema del posteggio perché la Twizy può essere parcheggiata anche negli spazi riservati alle moto. Peccato che non tutti i vigili lo sanno e a volte mi ritrovo la multa sul parabrezza”.

In armonia con l’animo verde

“Andare al lavoro in bicicletta mi ha cambiato la vita. Pedalare a Milano”, afferma Guido, “non è privo di rischi, ma la situazione sta migliorando. Negli ultimi anni sono arrivate nuove corsie per le bici e i ciclisti sono aumentati rendendo più sicura la strada e ottenendo maggiore rispetto degli automobilisti. Al lavoro i responsabili dell’azienda che rappresento sono contenti della mia scelta, i clienti all’inizio erano stupiti e increduli, ma iniziano ad apprezzare. D’altronde prima arrivavo spesso in ritardo e irritato agli appuntamenti, ora sono puntuale e carico d’energia. Pedalare genera endorfina e mi sento più in forma e lucido, fattori positivi a livello professionale. Ma sono pure più soddisfatto, sento il benessere interiore personale coincidere con il benessere esteriore collettivo. Sono in armonia con il mio spirito verde”.

Un armonia ottenuta riducendo le spese del trasporto da oltre 500 euro a poche decine di euro al mese e, soprattutto, azzerando le emissioni di inquinanti responsabili dello smog e tagliando i gas serra (oltre 1.800 kg di CO2/anno secondo i nostri calcoli) colpevoli dei cambiamenti climatici. Grazie Guido.




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