giovedì 13 luglio 2017 - Marina Serafini

Paura?

Oggi, per la prima volta, ho sentito parlare del Gatto Mammone: un gatto enorme e cattivo che, nell'immaginario collettivo, trascorre il suo tempo a spaventare bambini. L'equivalente di quell'Uomo Nero con cui, quando ero bambina, la nonna paterna mi stuzzicava, cercando di creare un'atmosfera un po' noir nella mia giovane esistenza - atmosfera per nulla necessaria.

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In effetti, anche allora ero un pó piantagrane, tanto da porre domande che, a volte, venivano sviate con maldestra diplomazia.

Insomma, io lo capivo che stavano facendo melina!

Cosí, ogni volta che provavo a ricavare qualche particolare in più sul fantomatico Uomo Nero, non c'era nulla da fare.

Sapevo solo che arrivava col buio per rapire i bambini cattivi.

Non mi risultava di essere mai stata una bambina cattiva, o almeno, non mi ci sono mai sentita, così continuavo a giocare su quel pavimento di marmo lucido, pieno di venature multicolori, senza neanche un sussulto. Però ero curiosa (che novità, eh?): ma come era fatto questo Uomo Nero? E che ne faceva dei bambini rapiti?

Riuscivo solo a immaginarlo come un'ombra, un'ombra che si confonde nel buio.

Nella casa dei nonni c'era una piccola stanza adibita ad armadio. Lì erano custodite le giacche dei visitatori, quelle degli abitanti della casa, e vi erano anche una serie di bastoni da passeggio, quelli che usava il nonno. Avevano tutti il pomello intarsiato: una vera eleganza. Quando si apriva la porta di legno, si accendeva automaticamente la luce interna. Ma quando la porta era chiusa, io lo sapevo che lì dentro era buio... Non filtrava nessuna luce!

... Chissà se era lì che si nascondeva l'uomo nero, in attesa, come le giacche di tutti noi. D'altronde non ne parlava mai nessuno, tranne la nonna, quindi doveva vivere proprio a casa sua.

Fu così che cominciai ad aver sempre meno voglia di andarla a trovare...

Al tempo della mia infanzia, gli adulti usavano impaurire i bambini con storie raccapriccianti: era un modo facile di tenerli in pugno. Un modo sleale. Se tu hai paura diventi fragile, non ragioni piu', e agisci senza fiatare secondo i dettami che ti vengono imposti.

E come discutere la sapienza degli adulti? Ci sono da più tempo di te; sanno cose che tu potrai sapere solo "quando sarai grande"; sono loro a presentarti il mondo, sin dall'inizio.

Vincono loro per forza. E con la forza, purtroppo, a volte.

Così, nella vita adulta, si procrastinano le stesse dinamiche per legittimare gli abusi: tu sei piccolo, ne sai poco, ed io ti proteggo ammonendoti. La forza si impone sull'ignoranza, ed ottiene consenso per illusoria ammirazione.

Quando sei piccolo gli adulti sembrano tutti dei sapientoni! Lo stesso accade quando sei piccolo dentro, pure in età adulta, o quando hai accettato di sentirti tale grazie al lungo lavoro di propaganda subito negli anni.

E poi la paura... I neuroscienziati hanno dimostrato quanto sia paralizzante questa emozione per l'uomo: blocca la creatività, e inibisce il pensiero critico; la sensazione di impotenza dinanzi al pericolo rende idioti - nel senso greco del termine, ossia ti isola in una sorta di monade, nascondendo alla tua coscienza la plancia di controllo. Finisci quindi per aggrapparti ai "suggerimenti" che ti arrivano.

E poi sento parlare del Gatto Mammone. Il nome é meno sfuggente del "cattivo" dei tempi andati, e l'immaginazione mi rimanda al grasso e pigro gatto mangiatore di lasagne, il vecchio, caro, morbido e insofferentissimo Garfield. Come evitarlo? Da almeno 15 anni, questo fumetto, mantiene il primato tra le strisce piú pubblicate nel mondo!

Ma non ci siamo, quindi riprovo e penso all'altrettanto famoso Stregatto di Alice, quello un pó strambo, che appare e scompare col suo ghigno misterioso... E adesso sì che mi avvicino!

Una ricerca su internet mi viene in aiuto: Carroll, per la sua creazione, si era ispirato alla tradizione popolare che paventava la presenza di gatti enormi e giganti che infestavano le campagne inglesi nei tempi antichi, e con intenzionale crudeltà, terrorizzavano i poveri allevatori di bestiame, anche grazie al loro potere di apparire e sparire. Raffigurazioni di questi spiriti malevoli ce ne erano un pò ovunque, ai suoi tempi, cosí Luiss decise di diffonderne la fama addomesticandola un pó...

La leggenda del Gatto Mammone sembra risalire ai tempi dei fenici, o degli antichi egizi, quando i gatti erano considerati di natura divina, ed erano tenuti per simboli di fertilità (Amon). Nel medioevo, però, l'autoritarismo cristiano bandì i culti pagani, ed ecco che Ammone fu identificato con l'idea del demoniaco.

Niente allegria, dunque, ma il terrore che viene dall'indefinito, ancora una volta.

E di nuovo utilizzato nelle "famiglie perbene" per sottomettere con la paura la mente ingenua di chi dovrebbero, invece, aiutare a crescere.

Paura, pericolo, obbedienza, salvezza: le mura che chiudono le nostre prigioni. E pensare che nascono nell'ombra, e si rinforzano ad ogni passaggio di quella che é definita con orgoglio "la trasmissione della cultura popolare".

La tradizione: ció che, alla fine, piú che esser tràdito, tradìsce. Tradisce attraverso la fiducia di chi ha l'abitudine di non fare verifiche: un modo sciocco di percorrere l'esistenza che molto spesso ci fa tornare piccini.

Ma il gatto é un animale con caratteristiche proprie: è indipendente, si fa gli affari suoi approfittando della disponibilità di chi lo accudisce, che ne risulta, quindi - sia pure inconsapevolmente - asservito. Bulgakov, nel suo capolavoro " Il Maestro e Margherita" lo ha rappresentato come individuo furbo, presuntuoso e parecchio viscido: un lacché tutto orientato ai suoi scopi.

Non me ne vogliano gli amanti dei gatti, ma se applichiamo la riflessione pragmatica, tocca convenirne: questi animali ti si strusciando addosso per un pò di coccole o per chiedere cibo, ti si appiccicano per scaldarsi quando é freddo... E tutto solo in cambio di qualche ronzio fusaiolo?!?

Quindi, "un gatto gigante" un pò si, dovrebbe spaventarmi.

Quanto al "mammone".... Si tratta di un'espressione che la dice lunga in merito alla possibilità di crescita, di conquista dell'indipendenza, e dell'evoluzione personale.

Quindi, signori miei, se nei vostri sogni doveste incontrare uno o piú gatti, girate loro ala larga, perché c'è una fregatura in arrivo.

Se invece vi imbattete in un gatto mammone, allora svegliatevi subito, perché é tempo di crescere!




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