venerdì 7 dicembre 2012 - Pompeo Maritati

Passera e Berlusconi oggi. E poi dicono che Grillo rappresenta l’antipolitica

Eccoci ad un passo dal baratro da una nuova crisi di governo. L’inadeguata preparazione atletica dei nostri tecnici al governo è riuscita a produrre la scivolata sulla buccia di banana, peraltro attesa e particolarmente gradita dal centro destra. Passera che non è certo il femminile del passero ne tanto meno tale da ritenersi solitario, si è lasciato trasportare, probabilmente, da quella sensazione-convinzione di superiorità, portandolo a denigrare qualche suo avversario. Sicuramente un buon 80% degli italiani avrebbero pensato e detto la stessa cosa ma lui dall’alto del suo incarico avrebbe dovuto doverosamente mantenere le giuste distanze dai vari comparti della politica. Passera non ha un ruolo politico, è un tecnico, che Monti per tanti validissimi motivi, non ultimo il conflitto di interessi, essendo Passera l’amministratore delegato di Banca Intesa (e scusare se è poco) avrebbe dovuto evitare di inserirlo nella squadra di governo.

Lo sfacelo etico della politica in cui la spasmodica lotta al mantenimento del potere si sta spostando sul piano della più grande strafottenza di quello che sta succedendo in Italia e di quanto tutto ciò graverà agli italiani tutti, non ha precedenti nella storia, forse a costoro è riconducibile quella scellerata figura di Nerone. La destra attraversata da uno scompiglio in cui sembra implodere in se stessa, trova un elemento di congiunzione e di ricompattamento grazie ai “Liberi Pensieri Passeracei”. L’onta è troppo forte per essere riposta attraverso un semplice scambio di scuse. È l’occasione per dimostrare, l’offeso ovviamente, che ancora può essere determinante nelle sorti del Paese. Ahimè, di scelleratezza in scelleratezza questi soggetti che definire politici o prestati alla politica hanno in comune solo il personale ed esclusivo interesse. 

Cosa frega ai politicanti di destra dello spread e della famelicità dei mercati finanziari, visto che gli è stato dato un ottimo pretesto per riprendere gli attacchi a quel Monti che l’ha messa in ombra e ottenere in questo modo l’inderogabile accorpamento delle elezioni regionali con quelle politiche in febbraio. Si, perché aprendo la crisi di governo la data utile per lo svolgimento della consultazione elettorale politica sarebbe proprio febbraio, facendo così un grosso favore alla destra. 

Vorrei segnalare un grande paradosso. Tempo fa la sinistra reclamava l’election day per risparmiare e per contenere l’allora emorragia di voti. Oggi, che il vento pare essere cambiato, Bersani ne è contrario, nonostante tale accorpamento avrebbe consentito un bel risparmio di soldini alle casse dello stato.

Della crisi economica e finanziaria che sta vivendo l’Italia, della dilagante disoccupazione, dei continui tagli ai servizi essenziali dello stato, pare non interessi a nessuno in questo parlamento italiano. Le conseguenze di una crisi di governo che ci farebbe immobilizzare per almeno quattro mesi non importa a nessuno. Monti non è la panacea ai nostri problemi è però l’unica risorsa credibile che la nostra politica ha saputo esprimere. Ci piaccia o no Monti ha saputo ridare quella dignità minimale che l’Italia aveva perso, non certo per colpa della finanza. Se si concretizza la crisi di governo il Capo dello Stato non avrà altra alternativa che sciogliere le camere. La conseguenza di ciò porterebbero i nostri indici economici, nel giro di due tre mesi ai livelli del dopoguerra con ripercussioni anche di ordine sociale. Inoltre visto che negli altri stati in crisi quali Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda le cose cominciano a girare un pochino, la finanza internazionale potrebbe decidere di abbandonare l’Italia a se stessa, d'altronde non ha più la capacità reattiva sia sotto il profilo del recupero di competitività internazionale sia sotto il profilo del sistema politico interno. Ci darebbero una lezione che potremmo aver bisogno di alcuni decenni per impararla e soprattutto per capirla. Spero solo che questo quadro catastrofico sia solo una mera utopia, solo che se questo benedetto popolo italiano dovrebbe cominciare ad arrabbiarsi sul serio e prendere drastiche misure contro questa becera classe politica, l’utopia potrebbe diventare realtà. Pertanto alla luce di quanto anzidetto l’unica strada percorribile oggi è quella delle dimissioni del Ministro Passera e il ripensamento della destra sulla sua eventuale sfiducia al governo Monti, altrimenti a pagare il conto della scelleratezza dei nostri politicanti, come al solito, saranno solo la povera gente. Ma tanto a loro di questi non gli è mai importato nulla, altrimenti non staremmo qui a esprimere il nostro più amaro e sconcertante rammarico.

Un’ultima riflessione: se Grillo, come dicono i più autorevoli politicanti di questo paese rappresenta l’antipolitica, i Passera, i Berlusconi e compagni a quale categoria li potremmo annoverare? 




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