martedì 11 ottobre 2016 - Marco Barone

Passeggiando sul Carso di Vermegliano: tra le due guerre e gli asini

Il Carso è duro come il più grezzo dei diamanti. E come un gioiello merita rispetto. Il rosso domina ovunque, lo cerchi, lo trovi. A volte si tramanda che il rosso del Carso è così intenso perchè ancora oggi piange lacrime per le migliaia di persone mascherate da soldati, che hanno giocato alla guerra, senza sapere che gioco non era, e la divisa da soldato non era un costume, che lì hanno perso la vita. Ora Austria, ora Italia, poi ancora Austria, poi Italia e poi chissà. I confini sono mobili. Ti lasci alle spalle il piccolo borgo di Vermegliano, rione di Ronchi, Ronke in sloveno, nella Sinistra Isonzo, ex provincia di Gorizia. Dico ex perchè la geografia politica in questa Regione è cambiata. Hanno sostituito le province con 18 mini province, che minano l'autonomia dei Comuni più piccoli, ed andranno sotto il nome delle UTI, acronimo di unione territoriale intercomunale. Ti lasci alle spalle il rumore dell'autostrada, il camino della centrale a carbone di Monfalcone, una rima che non piace ed inquina i sentimenti delle persone, cerchi di non vedere qualche traliccio e poi la storia. Ogni spazio del Carso è segnato dalla storia. Diverse le zone dove si possono incontrare i castellieri risalenti circa al III secolo a.C. Tantissime le zone dove si possono incontrare le trincee. Più rare le zone dove si possono vedere le postazioni militari della guerra fredda.

Ed in questo pezzo di Carso "isontino" che fa concorrenza per i suoi colori a quello triestino, incontrerai pezzi di trincee, ed anche alcune postazioni militari. Avvolte dalla ruggine. Cerchi di spiare dalla fessura perscoprire qualcosa. E ti chiedi, ma quanto tempo avranno retto i soldati lì dentro?

E come passavano il loro tempo? E per far cosa? Puntare i cannoni contro i vicini sloveni? Nuovamente in guerra dopo il fascismo, che ha diviso popoli che per secoli hanno vissuto insieme, che ritroveranno l'unità nella resistenza, e che vivranno in tensione per la questione dei confini conseguenti al Trattato di Pace? Oggi di tanta tensione rimane solo la ruggine circondata da qualche asino che lavora. Lavora per ripristinare la landa carsica.

Silenzio, asini, ruggine e natura e resti di trincee. Ma i detriti e la ruggine sono l'espressione della guerra nelle sue diverse vesti. Una guerra che esiste da quando esiste l'uomo, che questo fazzoletto di terra ha conosciuto in modo tremendo, dalla prima alla seconda guerra mondiale, e lì vi sono testimonianze di entrambe, e ci cammini dentro, mentre si spera di non doverla rivivere più una situazione di tale drammaticità, anche se per come il mondo cammina, qualche preoccupazione emerge, anche se per come il mondo cammina, le bombe pur non cadendo nella tua città, cadono in tante altre città e località di questo mondo. Ma gli asini continuano a mangiare.
Marco Barone @ilKontrastivo



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