giovedì 3 marzo 2016 - Angelo Cerciello

Oxford Murders – Teorema di un delitto è esageratamente amaro

Oxford Murders – Teorema di un delitto (The Oxford Murders) è un film di Álex de la Iglesia. Il film è basato romanzo “La serie di Oxford” del matematico argentino Guillermo Martínez. Nel film c’è Elijah Wood che impersona il ruolo del protagonista Martin.

Martin è arrivato a Oxford per incontrare un luminare, ossia il dottor Seldom, famoso nel campo della logica, personaggio che per Martin è quasi come un mito. Martin va ad abitare nella casa della madre di Beth, gravemente malata. La madre di Beth viene uccisa e la polizia pensa che la ragazza sia l’omicida della madre.

Successivamente nel film, si scopre che l’omicidio della madre di Beth non è un omicidio isolato ma potrebbe rappresentare l’inizio di una serie di uccisioni, uccisioni che sono caratterizzate, tra l’altro, da una serie di simboli matematici che fanno parte di una successione numerica. Intanto, Martin conosce Lorna: i due si piacciono tanto e fanno sesso in modo alquanto passionale.

Seldom e Martin cominciano un sodalizio: essi indagano sulla serie di omicidi suddetta e il professore, col tempo, rende Martin consapevole del fatto che la matematica e la logica possono trarre in inganno chi ripone in tali cose un’eccessiva fiducia.

Verso la fine del film, infatti, il professore e Martin si vedono in un museo che contiene copie di illustri opere d’arte. Il professore spiega a Martin che la realtà è come quel museo, ossia nella realtà c’è tanta manipolazione e tanta mistificazione. È proprio grazie ad un’opera di grande mistificazione che il professore ha potuto attuare un collegamento tra l’omicidio della madre di Beth e gli altri omicidi. Così facendo il professore ha fatto in modo che Beth, il vero killer di sua madre, non sia ritenuta colpevole di questo atto orribile e ripugnante.

Infatti, la madre di Beth era malata da diversi anni e Beth, a causa della madre, non poteva avere una vita normale. Come vediamo dal film, Beth è sollevata dalla morte della madre quando ne parla con Martin. Ella desidera una vita come quella di Martin, vita indipendente all’insegna della libertà, dell’avventura, del divertimento, della passione etc. Quindi, è Martin, inconsapevolmente, a scatenare l’omicidio della madre di Beth da parte di quest’ultima: egli appare, agli occhi della ragazza, come una persona con una vita felice e spensierata.

Come il professore spiega a Martin in una sua lezione, la logica, la matematica e la razionalità non possono spiegare le forze irrazionali che ci sono nella natura come non possono prevedere tanti imprevedibili eventi dettati dal caso. Nella vita umana c’è tanto dolore e quest’ultimo scatena pulsioni irrazionali alquanto mostruose dal punto di vista morale ed etico. Il dolore e la sofferenza possono portare ad atti inconsulti. La disperazione e la tristezza possono portare ad azioni efferate. Questi sono i messaggi che il film sembra trasmettere.

Oxford Murders – Teorema di un delitto è un film esageratamente amaro oltre ad essere malinconico e oscuro. Nel film si fondono razionalità e irrazionalità, le quali, si oppongono in modo formidabile come due eserciti in lotta sul fronte di guerra. Il professor Seldom rappresenta la saggezza, una saggezza arcaica ed ancestrale, saggezza che sembra avere una maschera triste e rassegnata di fronte alla violenza e alla crudeltà che possono essere presenti nella natura umana.

Oxford Murders – Teorema di un delitto è un noir dalle tinte oscure e fosche: tutto sembra confuso in questo film e la “verità” riguardo gli eventi accaduti arriva solo alla fine del film. Seldom e Martin sono gli unici depositari della verità, personaggi dall’intelligenza acuta e abnorme, personaggi che squarciano il velo delle apparenze con il loro intelletto.




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