mercoledì 18 gennaio 2017 - Mario Barbato

Otto ricconi detengono la ricchezza di metà del pianeta

Facciamo finta di non averlo capito, assorti, come siamo, a molte, troppe distrazioni di massa. Pasolini è passato invano in questo mondo, ci aveva messi in guardia contro i tentacoli famelici e le mire imperialiste del capitalismo. Non c'era bisogno che ce lo ricordasse Thomas Piketty nel suo studio sulla finanza mondiale.

Per oltre quarant'anni siamo vissuti tra due grandi blocchi: il comunismo che voleva distribuire ricchezza senza produrla e il capitalismo che produceva ricchezza senza distribuirla. Il mondo nato dopo la caduta del muro di Berlino non è stato un mondo di libertà, come i media vogliono farci credere, ma un sistema in cui ad arricchirsi sono in pochi, a discapito di molti.

La rivista Forbes, la Bibbia del mercato mondiale, snocciola dati allucinanti: gli otto uomini più ricchi del mondo detengono la metà di tutta la ricchezza planetaria. Un minuscolo un per cento di Paperon dei Paperoni che hanno accumulato una fortuna equivalente alle risorse disponibili per il restante novantanove per cento della popolazione.

Il capitalismo ha diviso il mondo in due grandi blocchi: ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Non c'è altra divisione da fare; non ci sono altre teorie sociologiche da elaborare. Un'immensa massa di sconfitti della mondializzazione deve sottostare a una ristretta classe di signori della finanza trasnazione e postmoderna.

Il tradizionale conflitto tra borghesia e proletariato ha lasciato il posto a un nuovo conflitto tra masse precarizzate, disoccupate, sottopagate e una nuova oligarchia che accumula ricchezze in quantità industriale, puntando a distruggere ogni diritto sociale e ogni sovranità politica delle singole nazioni. 

La massa degli sconfitti è composta da un proletariato ridotto ai minimi termini e una borghesia destinata all'estinzione. Entrambi pauperizzati con rapine finanziarie, crisi economiche studiate ad arte, truffe bancarie, leggi pilotate che fanno gli interessi dell'élite finanziaria e competizioni trasnazionali in cui gli stati più deboli finiscono depredati dalla logica del capitalismo imperante.

La nuova oligarchia che governa il mondo ha una sola logica: la crescita illimitata del proprio profitto ai danni dell'umanità. Milioni di uomini e di donne sono costretti a sopravvivere tra crolli della Borsa, disoccupazione, povertà e flussi migratori che alimentano la guerra tra i poveri e garantiscono manodopera a basso costo. Non dite che Pasolini non ci aveva avvisati.

 

 




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