venerdì 13 novembre 2015 - Paolo Borrello

Oltre un milione gli emigranti "interni" in Italia

Generalmente ci si occupa di coloro che dall’Italia emigrano verso altri Paesi. Infatti il loro numero, negli ultimi anni, è aumentato perché soprattutto molti giovani hanno abbandonato l’Italia in cerca di un lavoro.

Meno conosciuto è il fenomeno di quanti emigrano all’interno del nostro Paese. Sono più di un milione. Il motivo principale, anche in questo caso, è rappresentato dalla ricerca di un lavoro, ma vi sono anche altri motivi.

Questo fenomeno è analizzato nel rapporto 2015 sulle migrazioni interne in Italia, redatto dall’ Istituto di studi sulle società del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Issm-Cnr) di Napoli.

L’agenzia Adnkronos ha intervistato Michele Colucci dell’Issm-Cnr, relativamente ai contenuti del rapporto.

Secondo Colucci “solo nel 2013 si è manifestato un piccolo esercito di 1,36 milioni di persone che si sono trasferite dalle proprie residenze originarie in cerca di occupazione, di cui mezzo milione ‘migrate’ in un’altra provincia e il flusso più significativo non è, come da tradizione, dal Sud, ma tra le province del Centro-nord”.

Colucci ha rilevato, però, che la ricerca di occupazione è “un fenomeno trasversale di migrazione interna che riguarda sia gli italiani che gli immigrati”. Ma gli stranieri immigrati, una volta giunti in Italia, presentano una mobilità interna superiore a quella degli italiani.

Colucci ha aggiunto che a spingere al cambiamento “è la necessità di lavoro ma non solo. Anche l’esigenza di formazione e di migliore qualità della vita sono le cause degli spostamenti all’interno del Paese”.

Lavoro agricolo e lavoro di cura, specie degli anziani, sono i settori contraddistinti da un tasso di mobilità superiore.

“A muoversi in cerca di lavoro sono soprattutto le donne straniere tra i 44 ed i 54 anni che cercano occupazione come badanti, un’attività precaria e legata alle esigenze delle famiglie datoriali”, ha evidenziato Colucci.

Comunque, come già rilevato, anche gli italiani si spostano. Sono molti e molti sono insegnanti. Nel 2013, 216.538 italiani e 76.038 stranieri si sono spostati all’interno delle province del Centro-nord.

Invece 99.552 italiani e 10.417 stranieri si sono spostati lungo la tradizionale direzione dal Sud al Centro-nord, 67.892 italiani e 6.727 stranieri all’interno delle province del Sud e un numero non irrilevante di 59.028 italiani e 7.485 stranieri si sono spostati dal Centro-nord al Sud.

Gli stranieri hanno una tendenza a spostarsi molto superiore a quella degli italiani: nel 2013 l’hanno fatto 53,5 persone su mille, contro i non pochi 20 italiani. Tra gli italiani si spostano maggiormente gli uomini, tra gli stranieri le donne, in genere badanti e collaboratrici domestiche che cambiano luogo di lavoro.

Colucci così conclude: “Il nostro studio porta però a sfatare la categoria ‘disagio’ legata alla migrazione, si parla di ‘opportunità’ che offre lo spostamento”. Pertanto “la migrazione è sì legata all’esigenza di occupazione ma è meno traumatizzante del passato”.

E “gli emigranti sono più consapevoli, sanno quello che cercano, i loro spostamenti sono più pianificati”. Poiché gli emigranti, all’interno dell’Italia, sono molti, e molti di più di quanto si pensi generalmente, sarebbe opportuno anche esaminare ed affrontare i problemi cui si trovano di fronte.

Penso soprattutto alla necessità che possano utilizzare un alloggio confacente alle loro esigenze e a un costo non eccessivamente elevato. Ciò non è affatto scontato, se si considera soprattutto che il mercato degli alloggi, in particolare quelli in affitto, è contraddistinto da evidenti disfunzioni che, peraltro, non esistono in altri Paesi.




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