mercoledì 27 gennaio 2016 - alessandro tantussi

Non una Bad Bank, molte Very Bad Banks

BAD BANK, un colpo al cerchio e uno alla botte. 

 Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha annunciato un «accordo» con il commissario Ue per la Concorrenza, la danese Margrethe Vestager, su come alleggerire il sistema bancario italiano da prestiti deteriorati per circa 200 miliardi.

La contrattazione tra Padoan e Vestager è durata molto più del previsto, si è conclusa alle 22 dopo oltre cinque ore, il ministro Padoan ha dovuto perfino annullare un incontro con gli eurodeputati italiani già fissato per le 18.30.

Entrambe le parti non potevano dichiare un fallimento del trattativa, un accordo doveva essere trovato se si voleva evitare che le scintille fra Ue e Governo italiano incendiassero la polemica.

Un colpo al cerchio ed uno alla botte ed il compromesso è stato raggiunto, se sia utile lo si vedrà nel tempo, per ora limitiamoci ad alcune considerazioni.

Padoan ha parlato di un meccanismo di garanzia, che rappresenta uno strumento molto utile per la gestione delle cosiddette «sofferenze» bancarie. Secondo le prime informazioni, le garanzie riguarderanno le tranches privilegiate delle attività cartolarizzate. Secondo la commissione le singole banche sarebbero chiamate a trasferire le sofferenze da cartolarizzare in speciali veicoli finanziari gestiti individualmente.

Al termine dell’incontro la danese Vestager ha dichiarato che le garanzie sui crediti «a entità separate e gestite individualmente» sono in regola perché saranno vendute «a prezzi di mercato».

Insomma, non una sola BAD BANK, ma tante piccole VERY BAD BANKS.

A quanto par di capire le banche italiane che hanno crediti in sofferenza dovranno costituire delle piccole “società separate” o comunque dei fondi patrimoniali autonomi, a questi nuovi soggetti verranno conferiti buona parte dei crediti in sofferenza e successivamente le quote di proprietà di questi enti verranno immesse sul mercato a prezzi molto bassi e il loro valore capitale sarà garantito da una garanzia di Stato che si chiamerà “garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze” (GACS).

In sostanza: le banche si liberereanno del peso morto ricavandone un prezzo presumibilmente basso. Le quote di queste “BAD BANKS” se le compreranno gli investitori a prezzi stracciati, non è difficile presumere che in larga misura siano le stesse banche che hanno “venduto” a ricomprarsi quote di questo benedetto debito, ora assistito, però, dalla garanzia di Stato.

Può darsi che tutto ciò sia un bene, ma non si può negare che l’operazione sia anche un artifizio per aggirare il divieto dei finanziamenti di Stato che, usciti dalla porta, rientrano dalla finestra con la formula della garanzia, senza contare che inevitabile conseguenza di tutto ciò sarà anche il fatto che il capitale che circola sul mercato e che dovrebbe essere destinato al finanziamento delle attività produttive, finirà invece per dirigersi verso una operazione finanziaria per il salvataggio delle banche.

E poi, diciamoci la verità, cosa sono queste "garanzie" prestate dallo Stato? Tutto ha un prezzo, anche la garanzia, e il suo valore netto costituisce di fatto un aumento del debito pubblico, perché è un debito che lo Stato si assume di ripagare quelle quote.




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