venerdì 25 novembre 2011 - Fabio Barbera

Nasce IndiArts, il portale delle arti indipendenti. L’intervista di AgoraVox ai fondatori del progetto

Sulla pagina di presentazione dell’iniziativa, sul sito, si legge: “L'idea nasce da 3 loschi figuri, che lavorano ad orari assurdi. Questi loschi figuri si sono stancati di cenare davanti al Grande Fratello, X-factor, Fiction inutili e catastrofiche produzioni dispendiose e brutte”. Il trio ha così deciso di assemblare musiche di qualità ma sconosciute ai mercati, pittori che devono ancora morire, ma magari con un talento da vivi. Attori, comici, registi, disegnatori, aspiranti giornalisti o romanzieri, poeti e tutto ciò che fa arte”. Ne parliamo con Roberto Andriollo e Stefano Maone due dei tre fondatori del progetto.

Salve Roberto, Indiarts come produzioni artistiche indipendenti: avete deciso di creare un contenitore per salvare le professioni artistiche dall’appiattimento televisivo?

Fondamentalmente abbiamo deciso di creare Indiarts per dare un’isola felice all’arte. La televisione come la conosciamo ormai è morta e le varie TV via cavo sono solamente un accanimento terapeutico. Quindi bisogna ricominciare staccando la spina: resettare! L’arte indipendente non ha mai trovato posto in TV, ci riesce e con fatica solo quando il mercato stesso l’ha già fagocitata nei suoi meccanismi.

Facciamo una scheda di presentazione dei tre ideatori, chi c’è dietro Indiarts?

Dietro Indiarts ci sono 3 figure normalissime, con lavori normalissimi svolti in orari anormali. Io e Stefano facciamo gli scaricatori all’aeroporto di Fiumicino e Fabrizio, il losco figuro che si occupa dei loghi dei generi contenuti sul sito, nella vita fa la guardia giurata. Stefano si occupa di aggiornare il sito ed è anche colui che lo ha realizzato.

Orari coraggiosi i vostri.

Eh sì, Fabrizio ha orari mutevoli, invece io e Stefano cominciamo il lavoro puntualmente alle 4 di ogni notte. Quindi, capirai anche tu che è stressante prendersi una briga del genere, ma a noi piace!

Cosa ha di diverso il vostro sito, rispetto a contenitori già esistenti come Soundcloud, Myspace o Youtube?

Nel nostro sito, sono presenti una WebTv ed una WebRadio. Chiunque si iscrive da noi ha il proprio spazio di visibilità in qualsiasi ora del giorno (per ora c’è un palinsesto di sole 4 ore), ed è visibile da tutti. Un soundcloud, un Myspace o un Youtube ti danno visibilità solo in 2 maniere: o l’utente sa già cosa cercare o, se sei fortunato, rientri fra i video correlati a destra. Purtroppo certe regole di mercato sono entrate anche in Youtube e quindi può accadere che se fra le tue ricerche scrivi “Mimmo Scaccabarozzi”, come prima voce ti può comparire l’ultimo video di DJ Francesco o la pubblicità dell’Epilady. Nel nostro sito, invece, ti può capitare di andarci per ascoltare il gruppo dei tuoi amici e trovare sulla home altri gruppi interessanti che magari ti piacciono, puoi sfogliare le loro pagine informative ed appassionarti a progetti che, essendo privi di una vetrina mediatica, avresti difficoltà a trovare. Ma non solo, prova ad immaginare: se tu avessi un gruppo musicale e all’interno del sito riuscissi a trovare anche chi registra in proprio, chi potrebbe girarti e montarti un video e chi potrebbe disegnarti la copertina a prezzi contenuti non sarebbe un vantaggio e con poco sbattimento? E’ una forma di indipendenza anche questa. E le situazioni sono molteplici, applicabili ad ogni attività promossa dal nostro sito. Si crea spontaneamente una comunità.

Ecco, per l’appunto, leggo che avete intenzione di dare spazio anche ad attività mediatiche (giornalisti, attori, speaker), ad inventori e ad attività e mestieri considerate arti in via di estinzione.

Sì, nel nostro sito includeremo anche disegno e pittura, recitazione, artigianato... noi diamo spazio a tutto ciò che fa macinare il cervello in maniera creativa e che può dare un futuro a chi usa il cervello. Pure al soffiatore di vetro o a chi scolpisce il ghiaccio.

Offrite anche una possibilità di tutela agli artisti e alle loro idee usufruendo del creative commons?

Vi sono varie maniere di tutelare la propria opera. Nel caso della musica spesso si ricorre alla SIAE, ma nella maggior parte dei casi è una spesa a fondo perduto, nella speranza di prendere dei soldi con i passaggi in radio o televisione. Per tutelarsi l’importante è essere e provare ad essere il primo ad aver fatto quella cosa. Noi nel nostro sito allegheremo il manuale guida sulle Creative Commons e spiegheremo altre maniere per tutelarsi.

Come fare per partecipare?

Per partecipare potete scriverci ai due indirizzi e-mail [email protected] e [email protected]. All’interno spiegateci cosa vorreste proporre o la vostra attività dimostrativa ed una breve scheda. Poi vi ricontatteremo per decidere assieme la veste da dare alla vostra pagina per promuovervi.

Prossimi appuntamenti che vi apprestate a lanciare attraverso il vostro portale?

Per ora vedremo di mettere più contenuti, aggiornare la meccanica e migliorare la grafica del sito. Tieni conto che tutti noi siamo alle prime armi sia sul creare un sito che fare grafica e trovare gli strumenti mediatici da includere, ma la volontà e la passione c’è tutta. Come obiettivo ci siamo proposti di creare un’associazione e tradurre il sito sia in inglese che in giapponese. Purtroppo la realtà italiana è sempre un po’ refrattaria a queste idee. Pensa che risulta difficile anche trovare gli artisti, a volte.. è come tentare di parlare con il Papa: tutti ti dicono che è una bella idea ma poi sono restii a prenderne parte. Facendo l’esempio della musica molti dentro al proprio garage si sentono dei Mozart e non vogliono spendersi. Per fortuna ci sono anche parecchi artisti che fanno sforzi sovrumani per fare della propria arte un mestiere, sono più collaborativi e capiscono l’importanza dell’idea. Perché sanno che è difficile trovare voce sui media, se non sei già considerato un prodotto. A prescindere dalla bravura.




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