lunedì 16 gennaio 2017 - Cesarezac

Mostri a 16 e 17 anni. Pontelangorino - Ferrara

Nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe potuta accadere una cosa del genere. Un adolescente di sedici anni, massacra con un'ascia fracassandogli il cranio con l'aiuto di un amico di diciassette anni, i genitori, Salvatore Vincelli e Nunzia Gianni.

Questa è la società di oggi, la società post sessantottina. La società della trasgressione, della contestazione, la società che contesta i valori della civiltà, della solidarietà, del rispetto dei deboli, delle donne, delle gerarchie, della cultura, che umilia la buona borghesia che fino a ieri è stata la spina dorsale del Paese, che umilia la scuola.

Una società marcia, costituita essenzialmente da una popolazione composta per l'ottanta per cento da individui semianalfabeti e amorali.

E' molto triste che cose del genere accadano a noi che siamo gli eredi dela Civiltà Romana, il fulcro della civiltà occidentale, civiltà che in sole due parole condensa la morale, il galateo, la giustizia - NEMINEM LAEDERE - Queste due straordinarie parole latine, tradotte in italiano, significano : RISPETTA IL PROSSIMO, parole che fatte proprie dalla religione cattolica, dicono, rispetta il prossimo tuo come te stesso.

Riccardo Vincelli, sedici anni e l'amico Manuel diciassette. Questi sono i nomi dei due orrendi mostri di Pontelangorino nel ferrarese.

Oltre alla società, questa brutta società nella quale siamo condannati a vivere, i colpevoli diretti sono le due vittime, sì, i genitori di Riccardo e quelli di Manuel la cui madre dice: "mi ha dato un bacio, come lo dico ai fratellini?" Ne parla come di una birichinata.

Due adolescenti così, non possono essere il prodotto di genitori che responsabilmente e doverosamente hanno educato la prole secondo i basilari principi della civile convivenza.

L'avvocato che ha accettato il compito della difesa in giudizio di Riccardo Vincelli, spudoratamente, ha chiesto per il suo assistito gli arresti domiciliari. Come dire: per questa birichinata dovrai stare in casa per un certo tempo.

Se questa non è apologia di reato poco ci manca. La banalizzazione di questo orrendo delitto all'apice dell'efferatezza, non può non essere considerata induzione al crimine.

La crisi che oggi colpisce il nostro Paese vede dappertutto drammaticamente la chiusura di ogni genere di aziende ed esercizi commerciali. Fanno eccezione due tipologie di attività: i laboratori dove si praticano tatuaggi e piercing che dilagano dappertutto. I due mostri di cui parliamo, sono abbondantemente adornati con tali brutti orpelli, e naturalmente sono abituali assuntori di droghe.

Che ci riserva il futuro quando questi adolescenti saranno adulti? 




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