sabato 25 febbraio 2012 - ElGiramundoBlog

Minacce al blogger Daniele Sensi. Alcuni non gradiscono che si critichi Radio Padania

Da anni, come diversi blogger che reputano ingiuste le agevolazioni legislative delle quali beneficia Radio Padania e inorridiscono davanti agli insulti razzisti di conduttori e ascoltatori, Daniele Sensi segue con particolare attenzione l’emittente del carroccio.

Ascolta i “microfono aperto”, registra e prende nota di ogni caduta di stile del popolo di Radio Padania e mette tutto nero su bianco nel suo blog L'anticomunitarista.

L’ultima scoperta è stata l’esilarante versione padana del social network Facebook.

Sensi, tra il divertito e l’indignato per le esternazioni da codice penale contenute nella “pagina prova” (un gruppo che ha fatto da apripista alla creazione del social network in camicia verde che è aperto a tutti e per leggerne i contenuti è sufficiente sottoscrivere una dichiarazione nella quale si riconosce l’esistenza della Padania), ha semplicemente dato notizia del “lieto evento”.

Di gravissimo, invece, le non troppo velate minacce arrivate sia nel blog, sia su Facebook.

In primo luogo, questo è un attestato di solidarietà a Daniele, ma non solo.

Certi atteggiamenti nei riguardi dell’esercizio del diritto di cronaca e critica per mano di una sparuta cerchia di esaltati deve essere stigmatizzato, isolato e punito.

Nello screenshot qua pubblicato abbiamo lasciato esclusivamente le iniziali del “giustiziere” e cancellato i nomi dei compari, ma ovviamente nell’originale li abbiamo.

Daniele Sensi

Il capobranco si definisce devoto alla causa della secessione, poiché la Padania potrebbe tranquillamente fare a meno dell’Italia e per contribuire alla realizzazione di questo “progetto” devolve parte di ciò che guadagna grazie al proprio lavoro.

Di quale Padania predichi, non è dato saperlo.

Probabilmente esiste solo nei link che pubblica su Facebook.

Gli organi competenti saranno già stati messi al corrente, ma ricordiamo che questi deliri costituiscono un reato contro la Costituzione Italiana.

A Daniele e a tutti i blogger che ancora si battono per l’abrogazione della Legge Caparini (chi non sapesse cosa comporta la normativa firmata dal deputato leghista può leggere QUA), un invito sentito: non fatevi intimorire.

Il civile dissenso contro il razzismo e le leggi ingiuste è un diritto.

Le minacce di morte e l’isterismo secessionista, invece, costituiscono un reato.




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