martedì 28 marzo 2017 - enzo sanna

Milano: al Papa scappa la pipì, mentre a Roma i 27... (VIDEO)

Francesco non smette di stupire. Lungo il percorso in suolo meneghino, che lo porterà verso lo stadio di San Siro, all'uomo Bergoglio scappa la pipì. Il Papa adocchia un bagno chimico lungo la strada e chiede al suo autista di parcheggiare a lato del marciapiede per poter "espletare" l'impellente bisognino.

Ebbene, chi scrive si sente filosoficamente lontano anni luce da qualsiasi papa, ma in Francesco vede qualcosa di particolare, di condivisibile, addirittura di universalmente unificante. Proprio quell'atto semplice, fisiologico, naturale nella sua planetaria banalità, nel quotidiano farvi ricorso, è capace di diventare emblema, simbolo "rivoluzionario". Verrebbe da parafrasare "Verba volant, mingere manent". Il Papa ha esaltato, in quell'atto semplice, ordinario, quasi imbarazzante nella consuetudinarietà, quanto il rispetto per l'umanità tutta e le sue esigenze di base debba pervadere credenti e non, per trovare insieme una via d'uscita dalla crisi, tanto quella economica quanto quella dei valori, ricordando che le due "facce" sono parte delle medesima moneta. Non sembri la comparazione troppo azzardata o, peggio, pindarica.

Intanto, a Roma, i 27 capi di stato europei si ritrovavano a firmare un rinnovato atto d'unità che, finalmente, risponde alla "brexit" con qualcosa di concreto, forse non del tutto condivisibile, ma pur sempre scritto su carta e, dunque, vincolante e un domani sindacabile. Vedremo nel prosieguo come il tutto evolverà. Per il momento, abbiamo una base sulla quale richiamare all'ordine il Parlamento europeo. La firma della Grecia, per niente scontata, testimonia quanto forte sia la necessità di coesione degli Stati dell'intero continente; anche la sigla della Polonia, seppure per altri versi, va nella stessa direzione. Pure all'esterno del "Palazzo" si è assistito a qualcosa d'interessante. Veder sfilare in corteo l'ex ministro greco Varoufakis accanto alla segretaria della CGIL Camusso apre prospettive del tutto inattese in una Europa che sembrava sino a ieri alla mercé delle destre nazionaliste e xenofobe.

Peccato che lungo il percorso del corteo romano non si siano visti "bagni chimici", come a Milano o a Monza; evidentemente l'amministrazione della "Sindaca" Raggi ha altro su sui riflettere, come ad esempio le firme in calce alle sue liste elettorali. Sarebbe stato un vero scoop assistere all'evento dell'uso di romaneschi "vespasiani" da parte della Camusso o di Varoufakis così come di Papa Francesco a Monza. Finalmente i "gabinetti" avrebbero abbandonato il loro significato ministerial-burocratico per assumere quello più proprio del termine. Così si sarebbe potuto sostituire il sessantottino motto anarcoide "Una risata vi seppellirà" col nuovo più attuale "Una pisciata vi seppellirà".

A parte le battute, la giornata del 25 marzo 2017 merita di essere ricordata nei libri di storia per il tentativo di una consistente parte di popolo europeo, e non solo dei suoi non sempre piacevoli governanti, di ribadire quanto l'unità tra i popoli e le genti sia l'unica garanzia di pace e di sviluppo, presidio democratico contro il trumpismo dell'attuale governo USA e delle emuli destre europee, sia quelle dichiarate che quelle dissimulate in certi partiti autodefinistisi di sinistra. Ben vengano, dunque, anche le esternazioni di Papa Francesco. 

Non se ne abbia a male, il Pontefice, se qualcuno, dentro e fuori dalla chiesa, lo bollerà di "comunismo". Sappia che essere dalla parte degli umili. degli indifesi, della povera gente, gli farà condividere il suo magistero con tanti, tantissimi amici, indipendentemente dal credo religioso o filosofico di ciascuno.




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