lunedì 31 luglio 2017 - Riccardo Noury - Amnesty International

Mauro Guerra, un omicidio con ancora tanti perché

Carmignano di Sant’Urbano è un piccolissimo paese tra Rovigo e Padova, in cui tutti si conoscono e tutti conoscono tutto.

Esattamente due anni fa, a Carmignano di Sant’Urbano cambia ogni cosa.

La mattina del 29 luglio 2015 Mauro Guerra, 32 anni, un passato nei parà, una laurea in Economia e una passione per la pittura, risponde a una convocazione presso la locale caserma dei carabinieri. Dopo mezz’ora ne esce correndo verso la sua abitazione, a 50 metri di distanza.

Per tre ore, sotto il sole, all’esterno e poi all’interno della casa di famiglia, i carabinieri cercano di convincere Mauro a farsi ricoverare. C’è, dicono, una richiesta di Tso (trattamento sanitario obbligatorio) nei suoi confronti.

Alla fine Mauro finge di accettare il ricovero, si dirige verso l’ambulanza ma la supera e si mette a correre, passa davanti al bar e poi alla chiesa urlando che lo vogliono arrestare. Non è armato.

L’inseguimento prosegue in mezzo ai campi fino a quando un carabiniere lo blocca e gli ammanetta un polso. Mauro si divincola e colpisce il militare (sarà ricoverato in ospedale ma dopo 24 ore risulterà dimesso con una prognosi di 30 giorni). Un secondo carabiniere gli spara da distanza ravvicinata (non più di un metro e mezzo, stabilirà la perizia) e lo colpisce al petto.

Secondo i testimoni presenti, nonostante sul posto sia arrivata una seconda ambulanza e dall’alto sia pronto un elicottero per il soccorso, il corpo di Mauro Guerra rimane a terra per quasi tre ore. Nessuno verifica i parametri vitali, nessuno permette ai familiari, che pure erano presenti durante tutta l’operazione dei carabinieri, di avvicinarsi.

Mauro muore.

Il 12 settembre (amara coincidenza: la stessa data in cui Mauro si laureò) prossimo il giudice per l’udienza preliminare deciderà se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio per il carabiniere che ha ucciso Mauro e dunque se ci sarà un processo.

Quel processo cui la famiglia Guerra si affida per avere risposte alle domande, tante, che ancora non ne hanno avute.

Da dove saltò fuori quella procedura di trattamento obbligatorio sanitario, non firmata dal sindaco e nei confronti di una persona sconosciuta ai servizi psichiatrici di zona? Cosa successe nella mezz’ora che Mauro trascorse nella caserma dei carabinieri? Perché era così necessario inseguirlo e arrestarlo, peraltro senza un mandatoNon c’erano alternative che colpirlo a morte?

Un colpo di pistola, un morto nei campi e un’altra famiglia italiana che improvvisamente entra nel circolo del dolore, del lutto e della ricerca della verità e della giustizia. Che verranno chieste questa sera, proprio a Carmignano di Sant’Urbano.

 
 



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