giovedì 18 giugno 2015 -
Matteo Renzi e il suo alterego
I risultati delle recenti elezioni amministrative sembrano aver destabilizzato l'equilibrio del nostro premier, Matteo Renzi. Per sua ammissione potremmo essere davanti a uno sdoppiamento di personalità politica: Renzi 1, pragmatico quanto determinato, e Renzi 2, uomo di Palazzo disponibile alla trattativa. Sempre restando alle sue ultime dichiarazioni, il vero Renzi sarebbe il primo; tuttavia credo sia naturale chiedersi la natura del secondo.
A rigor di logica, se la prima personalità era quella vera, dovremmo dedurre che nel secondo caso si trattava di un alterego o ancor peggio di un falso; personalmente non saprei se ridere o manifestare una moderata preoccupazione per le sorti del nostro Paese. Una cosa è certa: il nostro Primo ministro sembra aver perso il suo sangue freddo. Tra l'altro, credo sia il momento meno opportuno per lasciarsi andare a queste fasi bipolari, giacché la legislatura sembra essere giunta a una fase delicatissima.
La difficile gestione di "mafia capitale" incombe; il Premier dovrà valutare attentamente l'operato di un generalissimo del PD come Ignazio Marino, vagliando l'eventuale commissariamento. La riforma scolastica sembra essersi arenata e rischiano la mancata assunzione 100mila precari; il Governo dovrebbe assumersi le sue responsabilità: non può essere solo colpa dell'ostruzionismo delle opposizioni. Infine, l'emergenza migranti, con un braccio di ferro infinito in ambito UE sulla redistribuzione degli stessi, costellato di minacce, piani B e cinici scaricabarile.
Alla luce di queste incombenze primarie, credo sia indispensabile che il Capo ritrovi integralmente la necessaria lucidità mentale, recuperando anche il consueto "pragmatismo" tanto decantato dai suoi sostenitori.