lunedì 9 gennaio 2017 - Marina Serafini

Lunga vita!

31 dicembre: persone scrivono messaggi, dita veloci in cerca di emoticons, di frasi ad effetto e filmatini graziosi o buffi da condividere. In pochi utilizzano ancora il telefono per rinnovare l'infinito rituale: auguri, buon anno!

… Ora si utilizzano i social. Tutto più divertente e meno impegnativo. Un sistema furbo, che permette di adempiere allo strano dovere restando al coperto, e chiudendola in fretta. O allungandola un pò, secondo quanto si ha voglia di fare, ovviamente.

La fine dell'anno e l'inizio del nuovo.

Sarà migliore, sarà importante, deve esserlo… E giù musichine e pupazzetti danzanti... Ci vediamo nel nuovo anno... AUGURIIII!

Coriandoli e stelline, immagini di bicchieri lunghi che si sfiorano nella promessa di un brindisi allegro, e di un prossimo incontro.

Sembriamo tutto impazziti, incastrati in questo reiterato spettacolo strano.

Ci rivedremo domani e sarà solo un altro mattino, succeduto a una notte di festa, a cui seguiranno ulteriori giornate...

La fine di un anno: ne abbiamo bisogno; spezzettiamo gli eventi, inseriamo cesure per poterli osservare da fuori: è successo una volta, è altro da me. 

Un periodo è finito, lo abbiamo ucciso "coi botti", esorcizzato con la risate e la musica, e i vestiti eleganti. Il conto alla rovescia e inizia una nuova realtà. 

Il nuovo anno.

Un pò meschini nell'ingannare noi stessi, complici dei nostri timori e della fragilità che non sappiamo accettare.

Sappiamo che è un falso, ma contribuiamo a crearlo, ogni volta di nuovo, il 31 dicembre.

Me ne rimango in disparte: ho già festeggiato. Lo faccio ogni giorno. Festeggio il presente, con quello che sono, impegnata ad impastare gli eventi e a scovare occasioni migliori.

Sono qui che respiro insieme con gli altri, in una vita che non ha interruzioni. Non c'è un prima nè un dopo: la porta è già aperta su uno spazio che può portarci dovunque.

Basta solo percorrerlo, un passo e poi un altro, con andatura leggera...

 

 

 




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