venerdì 30 settembre 2016 - soloparolesparse

Le ultime cose, il banco dei pegni nell’era della crisi

Complimenti a Irene Dionisio che con il suo primo film a soggetto è andata a toccare un tema che probabilmente in pochi conoscono (io per primo). Le ultime cose ci porta nel mondo del banco dei pegni e dei personaggi che lo circondano.


Seguiamo tre vicende.
Stefano è un giovane perito che comincia a lavorare al banco dei pegni. Ad affiancarlo trova un perito anziano, che poco si preoccupa di chi gli sta davanti ed ha anche organizzato un “circuito parallelo” per arrotondare. Stefano arriva con speranze e ambizioni che verranno presto bruciate.

Michele è un anziano in difficoltà. Per aiutare la famiglia si rivolge ad un parente, che lo fa entrare nel mondo parallelo del banco, quello degli inquietanti personaggi che comprano gioielli e bollette fuori dal banco. Finirà in vacca.

Sandra è una giovane trans che esce da un amore finito, è in difficoltà e decide di impegnare una pelliccia a cui tiene molto.

Le tre storie finiranno inevitabilmente per intrecciarsi e crearne un unica.


Storie a parte, sono tre scelte dall’autrice ma potrebbero essere molte altre tra quelle di cui è venuta a conoscenza nei suoi approfondimenti, quello che il film restituisce è un mondo triste, tosto, in cui chi ha il coltello dalla parte del manico approfitta di chi è in difficoltà, sia nell’ambito ufficiale, che in quello parallelo.

Forte è lo stridere tra il mondo basso di chi è in difficoltà e il momento delle aste, quando, in quegli stessi luoghi, appaiono benestanti collezionisti e commercianti, che vivono (lucrano?) sui sogni crollati dei disgraziati.

Sorprende anche pensare come questo mondo sia così vivo e florido e non appartenga ad un passato ormai superato, soprattutto per quel che riguarda il mercato parallelo, di cui ero totalmente all’oscuro.

Il film è crudo, duro, triste, ben fatto e con un finale che non lascia molte speranze per un futuro migliore.




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