giovedì 15 dicembre 2016 - Camillo Pignata

La sconfitta del "Sì" non riguarda solo Renzi

La vittoria dei “no”, e la sconfitta dei “sì”, non è solo un fatto italiano, non riguarda solo Renzi, il governo e il popolo italiano. Riguarda tutti quelli che hanno voluto, appoggiato e sostenuto, la modifica costituzionale proposta dal premier italiano, e quindi le grandi banche d'affari, i fondi speculativi, le istituzioni politiche sovranazionali e la Troika .

Sono stati B.C.E e J. P. Morgan, che hanno chiesto al governo italiano di riformare la nostra costituzione, per garantire la sovranità del credito, messa a rischio dall’eccessivo peso del walfare sul bilancio, dalle difficoltà del nostro sistema decisionale a governare il processo di bilancio.

Abbiamo già dimenticato gli interventi, le sponsorizzazioni degli organismi del FMI, della Confindustria, di Soros,d ella Merckel, di Junker per il “sì”?

Erano diventate una ossessione le dichiarazioni di appoggio alla modifica costituzionale,le previsioni catastrofiche, in caso di vittoria dei "no". La riforma Renzi era stata assunta come esempio per l'Europa.

Eppure oggi sembra che la questione referendaria, sia solo un fatto nazionale, una questione che riguarda sole le forze politiche italiane, la maggioranza e l’opposizione politica italiana.

Non si capisce, perché la modifica costituzionale in campagna referendaria fosse un fatto internazionale, mentre il suo rigetto diventa un fatto nazionale. La riforma di Renzi era ed è la riforma di organismi, finanziari stranieri, banche straniere, che non hanno esitato, per loro specifici interessi,a sporcare il libero esercizio della nostra sovranità popolare, con continue interferenze nella nostra campagna referendaria. 

Era specifico interesse di questi soggetti sacrificare la sovranità popolare, spogliare le assemblee elettive dei loro poteri per affidarli alla discrezionalità della Commissione, e quindi della BCE che la controlla. Il potere parlamentare è l’unico baluardo che si oppone alla loro attività speculativa sui bilanci statali.I diritti sociali dei lavoratori diminuiscono i loro profitti.

Ma hanno fallito. E' fallito il tentativo di trasformare la nostra costituzione a misura d’uomo, in una costituzione a misura di capitali. E' fallito il tentativo delle banche, di avere attraverso la riforma costituzionale un maggior potere politico (quello economico già lo hanno), verso gli stati e i cittadini. E' fallito il tentativo di rafforzare il sistema decisionale intergovernativo, e con esso in le divisioni tra gli stati, a vantaggio del potere finanziario.

E’ fallito il tentativo di rafforzare l'esecutivo europeo,di declassare il parlamento in organo di ratifica delle decisioni governative. E’ fallito il tentativo di sganciare il sistema decisionale dalle istituzioni rappresentative, ma anche dai cittadini.

La vittoria dei “no”, ha detto che la crisi e il problema della integrazione europea non si risolve con un governo centralizzato e forte, con la riduzione dei diritti e delle tutele costituzionali dei lavoratori. Non si risolve con meno democrazia ma con piu democrazia, con meno parlamento ma con piu parlamento. Si può far finta di niente?

Non lo può fare Renzi, ma non lo possono fare neppure la Merckel, Junker e Draghi.

Non lo possono fare le forze democratiche europee.

La vittoria dei "no" segna il ritorno della partecipazione e della mobilitazione della gente, e per questo è un’occasione unica per la rivitalizzazione della politica.

 




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